Anno CLXVII. 4° 9 un proceiTo, comandò di rileggerlo da capo a piedi. Ad un altro , che peggio operava, non levo già il pollo per fua bontà , ma gli fofpefe la giurifdizione, delegandola al di lui compagno . Lo ilu-tìio fuo maggiore confiileva in diilornar dolcemente gli uomini dal male, in invitarli al bene, ricompenfando i buoni colla liberalità e con varj premj , e cercando di guadagnare il cuore de’ cattivi con perdonar loro i falli, che fi poteffero fcufare : il che fervi a rendere buoni molti, e a far divenire migliori i già buoni. Nelle liti fuo coitume fu di non favorire quaii mai il Fifco . Più toilo che far delle Leggi nuove, proccurava di rimettere in piedi le vecchie. E ben molte ne rinovò intorno al riilrignere il fover-chio numero delle Ferie -, in affegnar Tutori e Curatori ; in ben regolar 1’ Annona , e levarne gli abufi ; in tener felciate le Vie di Roma, e delle Provincie, e nette dai malviventij in punire chi nelle gabelle avefle efatto più delle taffe -, in moderar le fpefe de gli Spettacoli e delle Commedie ; in gailigare i calunniatori, e in limili altri utili regolamenti. Proibì fopra tutto Faccufar chichef-fia, che aveffe fparlato della Maeilà Imperiale , fofferendo egli fen-za punto alterarli le dicerie de’ maligni, e fin le infolenze dette in faccia a lui ileflb. Un certo Veterafino, malamente fcreditato preiTo il pubblico , gli faceva premura, per ottenere un pollo . Ri-ipofe il favio Imperadore , che iludiaiie prima di riacquiilare il buon nome. Al che colui replicò: Qiiafi che io non abbia, veduto molti nel poflo di Pretore, che meco hanno combattuto nell’ Anfiteatro. Pazientemente fopportò il buon Auguilo F infoiente rifpoita . Il rifpetto fuo verfo il Senato incredibile fu. V’interveniva fem-pre, effendo in Roma non impedito , ancorché nulla aveffe da riferire. E quando pure, effendo a villeggiar nella Campania, gli occorreva di dover proporre qualche cofa, in vece di. fcrivere, veniva egli in perfona a parlarne. Non aggiugneva a quell’ infi-gne Ordine, fe non chi egli ben fapeva meritarlo per le lue Virtù, con promuovere dipoi alle cariche lucrofe i Senatori poveri , ma dabbene, per aiutarli. Che fe talun de’Senatori veniva accufato di delitti capitali, ne facea prima prendere fegrete informazioni, per non ifcreditare alcuno fenza un ficuro fondamento . interveniva anche a i pubblici Comizj, ilandovi finché arrivaffe la notte> nè mai fi partiva dalla Curia, fe prima il Confole non licenziava 1’ affemblea. Tale era il vivere dell’ ottimo Imperadore. Qual fof-fe quello di Lucio Vero Auguilo, mi riferbo di accennarlo frapoco. Ma non fi vuol qui lafciar di dire , che quello giovinetto Imperali/. Fff do-