496 Innocenzo XII. 1691-1709. Capitolo IV. timo absburgo spagnuolo. L’imperatore dovette a malincuore rinunciare all’AJsazia con Strasburgo, ma tutti gli altri territori staccati dal tempo delle «riunioni» dovevano venir restituiti ai loro legittimi possessori, come pure Treveri e Lorena ai principi «cacciati, Friburgo e Breisach alla casa d’Austria, Philippsbur;: all’impero. Sulle pretese della duchessa di Orléans all’eredità pa latina doveva decidere l’arbitrato del papa e l’arcivescovato di Colonia doveva restare al principe bavarese Giuseppe Clemente.1 Immediatamente prima della conclusione della pace, il 30 ottobre, i negoziatori francesi ottennero anche la clausola di Rijswijk. secondo la quale in tutti i paesi restituiti la religione cattolica do-veva rimanere in quello stato nel quale si trovava ora, cioè al tempo della consegna.* Il primo pensiero di q»testa clausola era partito dal conte palatino Giovanni Guglielmo di Neuburg e presso il papa aveva trovato tale risonanza che venne raccomandato al nunzio di Parigi Delfino di premere per ciò presso Luigi XIV. Questi riconobbe subito quale vantaggio politico si potesse trarre dalla cosa per la Francia. La clausola aprì una breccia nella pace di Vestfalia; se riusciva «l’indurre il conte palatino e i suoi alleati cattolici a proporla, costoro si sarebbero attirati le più aspre ostilità da parte dei loro alleati protestanti. Ma Giovanni Guglielmo non volle prendere egli stesso l’iniziativa, e così all’ultimo momento Luigi venne costretto a farlo da sè ordinando al suo plenipotenziario in Rijswijk di far inserire a qualunque costo, coll’appoggio dell'ambasciatore palatino e imperiale, tale clausola nella conclusione della pace. I rappresentanti di Leopoldo I, i quali procedettero di propria iniziativa, consigliarono allora di presentare la domanda, * Giuseppe Clemente, il fratello minore del principe elettore bavarese. Massimiliano Emanuele, nato nel 1671. ricevette già nel 1685 l'amministra-«ione dei vescovati di Freisinjt e Rati*bona, nel 1688 Colonia e più tardi ancora I .ietti e Hildesheim. Di tenderne mondane questo »trailo vescovo laico accarezzò per parecchi anni il pensiero di rinunciare allo «tato ecclesiastico e divenne sacerdote appena nel 1706 e poco dopo ricevette anche la consacratone episcopale. Cfr. ScHRÒM nettli .4 nmiJcrt de* Ili*t. Verrimi tur den Sie-derrkrin XCVIll (1916) 1 ss., il quale dimostra che Giuseppe Clemente più tardi condusse una vita religiosa ansi, in cose esterne, pia e, in complesso, adempì i suoi doveri d'ufficio fedelmente. Vedi ScttRÒBS ivi XCII (1912) 125 ss.. XCV1I (1915) 1-77; Brischar nel Kalkolik 1888. Il 488 ss.; Br vi bacii nella lì»*ner Xeil*rkr. fiir Tkeol. a. Setltorge 1929. 334 *s. * Cfr. Xechacs. Dtr Friede ron Rynriek, Friburjto 1873; Klopp VII 460 ss. Alla notizia della conclusione della pace il papa destinò 100.000 scudi alle truppe imperiali che avevano combattuto sotto il principe Eugenio contro i turchi. Diaria, ed. Campello XII 380). Luigi XIV comunicò al papa con scritto di propria mano le decisioni di Rijswijk per il che Innocenzo XII ringraziò con • Breve del 18 novembre 1697 (Epi*t., loc. cit.). M. Wagner. l’HtereurkuHg mber die Rjincieker ReligioH*klam*et (Diss.). Vienna 1889.