Si celebra a Roma la «olennità per la revoca dell'editto di Xante*. - IS> nuove cresi«' perniciose in Francia, mentre si proc»Mleva cosi bene contro lo antiche, Pensasse Luigi alla morte «*<1 alla responsabilità innanzi a Dio, perché nel giudizio tinaie non valevano riguardi a interessi umani ed a motivi politici.1 1 cardinali francofili a Roma h dettero ora» ogni premura per rendere Innocenzo più favorevole » Luigi; e di fatto il papa si decise a un passo ulteriore. In un Concistoro del 18 marzo 1686 e*»li fece ancora una volta un grande encomio «lei re, ma al tempo stesso menziono anche la splendida vittoria delfiniperatore contro i Turchi.1 Il cardinale D'Kstrees voleva contro ogni usanza risponder subito airalloeuzione d»*l papa, e cioè con un elogio di Luigi XIV; ma dovette rinunciarvi per l'opposizione degli altri cardinali.1 Dopo il « Te Dimiiu » ordinato dal p.»pa dovevano ora aver luogo le f***te pubbliche s»ilit<* in simili ix»-a* «ioni. Ma il partito francese fece notare, che si era in Quaresima, *' perei») la festa non si sarebln» potuta tenere colla |>oinpa necessaria; «"so progò pertanto il papa di differirla a dopo Pasqua, <*d egli tM-cettò. Il 29 aprile venne celebrata a Roma la solennità j»er la revoca dell’editto «li Jfantea. Innocenzo tenne »-apiH'Ila papale «• v'intonò il • Te Deum ». Cominciarono »{uindi i f»**teKgiantenti, ed alla sera »i ebhero i soliti fuochi di gi«iia. 1 fratelli D'Kstrée* ebbero il |mt-me*.s»> di estendere ancora le celebrazioni solenni; »•»»«• ebbero luogo nella rhiesa nazionale franees*- di S. Luigi, nella residenza ilell'inviato francese (Palazzo Farnese). come pure nei conventi e n«>gli ospizi dipendenti dalla Corona franco«*. Imc sotto la loro influenza si »‘saltassero in R» ma le imprime d»*l re.* Luigi XIV, |M»ri>, non »'inganno sul fati»», che i »u»»i rappresentanti a Roma avevano mainato lo scopo principale, le desitle* rate rontesaioni «li inditi»» errlmiitufini. A eh« poteva giovanili il tanto rir»>no*»'imento papale, ottenuto solo a »tento ed unito con • • * I-a ricompensa p»T q Orilo efce •» opt» da ». Jlu iol«*n<- alta rwivrt dftli errtiri •! deve illnwlrtr dalla booti r mvtvontu divina r non deaiderar mw, rlk «uno rostro il mvilw di Dia r «mlm la (iwlltù ri U Ww drl tnedeaimo regno. ori qoalr ai retra di aprir la •Inda a Wwt«' «rat» ron dottrine perniefaMe e eoo impoorr l obM»*o alle aMoraU et al dottori di rtn-•«Citarle nel temi» «Imo ebe roo tanta apfdiralnane ai {atorara di eatiftfortr le «rtflur — j rbe (il i») ramf^nw« a eroder»- «a «tMlM«»! ronlo dagni *oa aatone alla 11» Ihrina. nel rwfvlla e liìbosude della quale non bau luogo le nnwidmliwil di bamano intiT»»»». né (Wiano ponto le ragion» politlrbe » lai nonaio in data I* Bennaio IMA. Iw. rit_>. Nella * Cifra del tt aprile I6MI (Wl qoe»ta Mnulan» é riputata. • Il lìfxa {Ine. rii. Ui| dà il letta del! ail>«iM>"m- • Ivi Ut. • fri 4X7«.