M IniMwetuo XI. Itt7#-ltt89. Capitolo II. in asso te potenzi- coalizzate del Nord. Il Buon visi spero a lungo, che fOMe possibile ottenere le due piazze. Nel conto delle trattative egli propone, « he invece di Friburgo ni olirisserò a Luigi XIV cemioni di territorio equivalenti presso Breisach, una sjiecie di testa di (ionie.1 l’er Philippshurg sembra die la Santa S<*de proponesse a Parigi un baratto con Nancy.8 Ma Luigi voleva già senz’altro Nancy.* Alla line l'imperatore dovette tenersi contento di poter conservare (ter l'impero almeno Philippshurg. Iiiguanlo alle potenze coallzzate del Nord, il Buouvisi dapprima si espresse nel senso, eh’«Me non dovevano costituire nessun ostacolo alla pine. L’imperatore, così egli consiglia, non ha bisogno «li sacrificare se •tesso ed il pubblico liene per ap|M>ggiare sovrani, rhe, se rima-nenaero iti |m»s*«***o di quanto hanno conquistato,, raddoppierebbero forse le loro violenze contro di lui. Per il caso eh’««si incominciassero a divenire |>ericolosi per l'imperatore era ottimo, ch’essi avessero gli Svedesi alle spalle.* Nel corno delle trattative, pero, il Huonvisi ha compreso meglio la difficoltà. Se l*im|>enttorc. dichiara egli nelle sue relazioni a Itoma, si separa dagli alleati del Nord, v’è il pericolo che anch’cssi concludano dei trattati separati colla Francia, e precisamente contro di lui.4 Ridar tutto agli Svedesi, e dover concedere ai Francesi il passaggio attn»verno l'impero, gli sembra insopjMirtabile. Ciò equivarrebbe a salvare una parte dell'impero distruggendo l'altra. Sarebbe una pace da arciduca «l’Austria. non da imperatore.* Bensì, se la Francia insiste incomliziti-natamente nella sua protesa, v’è alla Bue motivo per l'imperatore per una promessa segrota «li non (are op|Nmizione. |M>r saivaro almeno all'esterno la propria «lìguità. Ma una pace duratura in tal humIo non è possibile.* I consigli «lei ituouvisi hanno fatto certo impressione su Leo-pnl.lo.* La «liHisituie tinaie, tuttavia, non è «tata determinata da essi, ma «latta pressione del iimìi|i>Uo terz«> partito neH'impero, di «|iiel gran mim«>rt« di phtieipi imperiali, che volevano la pa«-e ad *»gni costo e penuisero r«MÌ alla Francia «li eievaro sempre più le 1 a Cibo. 34 lucilo r 4 dtrrtntar I«ì7s. rtt. Ir (W u*r|. Uii|Uji al Cita» in dal* 39 ayutln. 3. V. IS M'Ilrwbir Itìl, in BiOUl I 377 ... 3*4».. 3AA 3*» * Ct. il IIwmiìn al I1W. 3o «Mutar I»;*. Iti 37«». * Ct» r«itm4a 13 M l(«lidia di pner liinn» itnprrtalr drt S Irkbruo 1*7» * * Rwwtia t Ulu, lì (tifilo 1*7»irti «apra p. ¿3. a.*)» Tassi* I 3*1-367. orr prtr» nw ruttrutda la «tata (17 Insilai * ItaunvtM al Ciba. 37 novrmtar I «17s. in llnlMI I 3*3 s. * * Hnani wu al Cita». I* attutar I67». Archivio » r ( t r 1 o |> o n -IIIlelo. 19» f. 373 * lliwnrw al Cita». 37 »ovrtntar r 4 dkrmtar 167». in Rnitvi I M. 3*1 * Ct*. Ir triaatoM dd Rmtim «tri 13 (iKW 1*7» utili mfl» p il, a. Ik, 19 (iu(m r 16 attutar. Ir dar aJlitnr |w««> lku»vi I 340 •. 373 I trattati di pan-r di Nimeg». U sue pretese.* II 5 febbraio 1679, mentre la corte di Vittima ed anche il nunzio Huonvisi non erano atunra decisi sul «la farsi,* venne sottoscritta a Nimegu la pace, che t* ottimamente caratterizzata dal noto detto di Leopoldo, doventi ringraziare il buon Dio anche per le calamità. I trattati di pace delle due corti ahshurgh«‘*i colla Francia non fanno nessuna menzione «Iella mediazione pontifìcia e non portano nessuna sottoscrizione del Bevilacqua.' Ciò fu cagionatti dal dissidio tra la Santa Sede e Luigi XIV jier il Breve «li plenipotenza del Hcvilai'qua. In quest«i l'itU|>eratore soltanto era indi-cato col nome, mentre gli altri re e principi «•rami comproni in una espressione geminile. Ora. alla presentacione «lei Brevi* nel giugno 1677 gl’inviati francesi richiesero, «-«dl'approv azione di Luigi XIV, che il re loro f«»s*e menzionato imme«||atameute dopo rimperatore. La Santa Sede diihiaro di non poter accogliere questo desiderio, perohè il Breve era stato rodatto stirando il vigente protocollo curiale e nella stessa forma di quello |ier II nunzio Chigi a Mmister. I>el resto aiu-he in Brevi, in cui si dovevano nominare la Francia e la Spagna, si usava la fonnula « i due re « {« utrum«|ue rogem •) senz’altra «list lozione.* lat «|uestioiie rimase H. Il Bevilacqua credeva già. che I Francewi si fossero arconten-tati, allorché nel giugtMi 167« e»«ì «lichtararono al nunzio, che. se il papa non si poteva decMere a far menzione del loro re «|«i|mi l’imperai«>r«>, a parte e distinto «tagli altri capi di stato. Luigi intendeva, che «Iella mediazione ¡xmlilici* non si fai'nsse menzione neH'istrumciito «li |«ace. Il Bevilacqua propose quattro siduziooi: o mm nominare |iersonalinente ne*»ano. o far due Brevi »eparati per la coalizione e per il re di Francia, o tre Brevi jier l'im|iera-toro «• i ilnc re di Francia e di S|«Mgua, o contrapporre in un Brove l'imperatore ««dia coalizione da una parie al re di Francia dal* l'altra, fili ultimi due tentativi «li «dazione furono respinti imme* «Italamente dai Franerai: gli altri due eui vollero sotttqiorii al loro 1 Cfr. le rrUimoi lntrr»nr«nti «tri Bonaria» al <)ln in data 3n diera». b*r 1*7» r 37 «Trinalo 1*7». tri *«7 ». • II Hoonvtat al Cibo. S Irbtaaao 1*79. Ivi 391 393 II nani» di Viano* nUnrt». rbr la pera—rtunonc «Mia ooo pSrtt rW WMrT polftnir «¿li ittUrrsat rat lutai. frtiW artrfeta importala prt Ir (ataar pmlntutl la »«■■■siU di an aiata da putr drilr attutata • «Ir. Or Sten VII I. 3*4 3*9. 37«» 9tKh At*m ri m*m II 739-731. 4W 43»i Aorta orila par* Ua la PtMru «t WtoHn il p»p» ooo * nominato «In Uort VII I. 399«.). • Il fkrvilarqaa al «ita». 11 r SS macao, SS ta*fo». « r 3» «trutta 1677, •i Vaiw II (ì^m. SI >«P*<<>. Il 04» *1 Itaib^u. 3 e I«« tacita. 7 ^pjslo. 4 ««Untar 1*77. I* Botivi I SM Im » p. 3*7 la Ma drvr n»turai - MMitr Wggrrst « Kifs» . art«* di « Unpsa ». rtt. Archivio ttjirtl« r»siiiiel». ,lwi 3» I. Mi.