490 Innocenzo XII. 1691-1700. Capitolo IV. Egli era addirittura dominato dall’idea fissa che il « buon vecchio fosse completamente irretito dai francesi.1 Nella sua ansia nervosa e nella sua irritabilità vedeva dapertutto intrighi francesi ed istituiva contemporaneamente paragoni fra il contegno del papa verso la Francia e verso l’imperatore, trovando che a quest’ultimo usa-vansi sempre dei torti.3 11 papa già al principio del 1694 per mezzo del nunzio a Vienna aveva cercato di dimostrare all’imperatore quanto unilateralmente ed erroneamente egli venisse informato sulle cose di Roma.3 Non è qui luogo di considerare quanto abbiano I Giù noli» sua * Relazione a Strattonami del 16 luglio 1692 Liechtenstein (tarla «lolle arti dei francesi « per ingannar il buon vecchio ». Per il 1694 confronta specialmente le * Relazioni aH’imperatore del 9 gennaio, 13 febbraio e 6 marzo, loc. cit. * Ofr. per esempio, la * Relazione all'imperatore del 29 maggio 1694, loc. cit. Circa le lamentanze del papa per le angherie delle truppe imperiali nel mantovano contro i preti e le minacce del generai Caprara, su cui Leopoldo I tlieile poi delle assicurazioni tran«|uillanti, cfr. * Cifre al Tanara del 17 «■ 24 luglio; 7, 14 e 21 agosto 1694, Xunzial. di Germania 219, Archivio segreto pontificio. 3 * Istruzione al Tanara del 9 gennaio 1694: ■ I gravi pregitiditii, ai quali qui si soggiace per cagione di questi mal intentionati ministri di S. M. Cesarea, sicome in altre congiunture ho d’haver accennato a V. S. IUm». richiedono assolutamente che adoperi Ella tutti i gradi della sua attività per impedirli e rimoverli. Ciò dee farsi da Lei prevenendo l'animo della M*à Sua per mezzo di significazioni proprie del suo avvedimento e valevoli a farle toccar con mano, come pur ampiamente da tutti qui si scorge, esser la volontà de’ medesimi interamente inclinata e rivolta a dar ad intemlere a ootosta corte che il Papa sia tutto parziale della Francia e che, quando loro si niega per giustizia, siogtia a suggestione de’ ministri della Fraucia ¡stessa. La perfetta cognizione che si ha di ciò. ci obbliga a prevedere e prevenire i mali effetti, che potrebbero produrr«' le insinuazioni loro, per le quali è precisa necessità di render opportunamente avvertiti non meno i ministri ben intentionati di S. M*à che la M** Sua medesima, e «l'indurla a non prestar fede veruna alle maligne e perverse suggestioni di questi che qui risiedono, poten-done ben fare ad essi chiara e copiosa attestazione le «x»se già insinuate «la Lei anche allo stesso Imperatore, il quale aU'incoutro ha si copiose riprove si de" retti e «inceri procedimenti e dell'inalterabile indifferenza della 8** Sua, che del paterno svisceratissimo amore, con cui la medesima ha riguardato sempre 8. M*à, e le convenienze dell'augustissima casa «-on prove di grazie si speciali impartitele fin dal principio della sua esaltazione al pontificato e nel contegno usato in tante «-ose intraprese senza riguardo alle ragioni e dritti della 8. Sede, che assai ben distinta può farne comprendere la parzialità verno la >l*à Sua. II forte motivo, che si ha qui d'imprimer e ordinar a V. 8. Ili“» le cose predette, nasce ¡ter cagione dell'acri doglianze recate ieri a 8. S** da questo sigr. ambasciatore Cesareo per il luogo conceduto dalla medesima al sigr. cardinale di Janson nella Congrogatioue concistoriale, da lui richiesto do|to la seguita assenza del sìgT. card. D'Estri1«* da questa corte, dando molto fastidio alla S*à Sua che il sigr. ambasciatore intenda d'opporsi alla libera et assoluta autorità ch essa tiene di ponre nelle congregazioni qualunque cardinale che le piaccia, come se l'autorità medesima Sua Beat“» non l’havmse. Dell'avvedimento et efficace zelo di V. 8. Ili«»» nel valersi delle ragioni e delle buone dispoaizioni che vi potessero essere in prò del giusto e convenevole.