478 Innocenzo XII. 1691-1700. Capitolo III. conteneva l'importante monito avere il Cristo raccomandato ai suoi apostoli sovra ogni altra cosa il mantenimento della concordia. Volesse egli perciò mantenere la pace con gli altri missionari che colà lavoravano.1 La trattazione dell’ordinanza emanata da Maigrot venne atti-data ad una particolare congregazione composta dei cardinali Casanata, Marescotti, Noris e Ferrali. Questa ricorse per sua informazione ad altri teologi, specialmente al francescano Giovanni Francesco da Leonessa che allora dimorava a Roma e che aveva lavorato in Cina fin dal 1684, era stato vicario generale del vescovo di Nanchino e finalmente vicario apostolico di Hu-Kuang. Per arrivare a farsi un giudizio sull’ordinanza di Maigrot la congregazione condensò i punti di contrasto in una serie di domande,2 dell’esame delle quali il papa incaricò una commissione composta del generale dei cistercensi, Giambattista Gabrielli, del generale degli agostiniani, Niccolò Serrano, dell'ex generale dei carmelitani scalzi, Filippo di S. Nicolò e dell’ex commissario generale dei minori riformati Carlo Francesco Varese. Siccome il 14 novembre 1699 divenne cardinale, il Gabrielli cessò di far parte della commissione. Serrano si mise tutto dalla parte di Maigrot, Varese da quella dei gesuiti, Filippo di 8. Nicolò ammetteva l’uso di Tien e Schang-ti per indicare Iddio, ma voleva che si proibisse la venerazione di Confucio e degli antenati.3 Ancora durante queste discussioni Charmot aveva comunicato il questionario della congregazione all’arcivescovo di Parigi De Noailles, del quale era nota l’avversione contro i gesuiti. Charmot insistette su Noailles perchè Ottenesse mediante la Sorbona una condanna « come contrappeso contro quei qualiticatori che potessero essere favorevoli ai gesuiti ». Difatti Noailles ottenne l’8 maggio 1700 da un certo numero di dottori parigini la condanna dei riti cinesi. Per dare maggior peso a questo documento, i cui firmatari non osavano fare il proprio nome, venne ottenuta dalla facoltà come tale la condanna di 5 affermazioni dei gesuiti Le Comte e Le Gobien.4 1 « * Et quoniam Christus Dominus apostoli« suis et ali im operati in evangelici» nibil studiosiu» commenda vi t aut inculca vit diligentius, quam ut inter se unum essent et animorutn et sensuum coniunctione unitatem ipsam Patri» rum Filio imitarentur. enitendum maxime tibi est et quantum potè» ertirien dum, ut paeem cum aliis in eodera opere occupati» »emper retinea» ac magi» magisque confinile« ». Epitl. Innoctntii XII, Arcbirio segreto pontificio. * « * Quaesita ». Congreg. ». Rom. et unir. Inquisii. proposito » nel Cod. C 7, 12. p. 7 s». della Biblioteca Angelica di Roma. 1 Vedi BltrcKKR, loc. cit. che trovò una * copia dei pareri dei Tlitologi «lualificalorr* nel Cod. lui. 17.610 della Biblioteca nalio naie di Parigi. 4 Vedi Bri ckkr, loc. cit. 2374 ».