Conflitto sui riti cinesi. 477 quali avevano appreso a conoscere in misura meravigliosa costumi loggi e lingua del paese, raddoppiavano la loro attività per la diffu sione del cristianesimo, protetti com'erano dall’imperatore. Sventuratamente questo sviluppo ricco di speranze e che Innocenzo XII appoggiò col donare 100.000 scudi alla Propaganda,1 venne pregiudicato dal risorgere dello sciagurato conflitto sui riti cinesi. A ravvivarne la fiamma fu un missionario francese.1 Carlo Maigrot, membro del seminario delle missioni di Parigi, che operava in Cina dal 1683, ove ora diventato vicario apostolico di Fukién, pubblicò il 26 marzo 1693 un’ordinanza la quale tino a decisione della Santa Sede doveva servire ai missionari del suo vicariato come norma per il loro atteggiamento di fronte ai riti cinesi. In essa egli proibiva l’uso dei nomi Tirn e Sehnng-ti por designare il vero Dio e la partecipazione al culto di Confucio e di*gli antenati. In questa ordinanza Maigrot affermava che la relazione presentata a suo tempo ad Alessandro VII intorno ai riti cinesi, non corrispondeva in molti punti alla verità e che perciò i missionari non potevano ammettere il culto di Confucio e d«*gli antenati, concesso dalla Santa Sede sotto determinato premesse. Il 10 novembre 1693 Maigrot mandò la sua ordinanza assieme ad un memoriale sulla controversia al papa e le» pregò di poterla discutere in Roma personalmente o mediante rappresentanti e in contradditorio verbale coi gesuiti.* A questo scopo, al principio del 1694 delegò a Roma due membri delle missioni di Parigi, De Quénetner e Nicola Charmot. Arrivati colà, Charmot sopratutto svolse un'attività febbrile |x*r ottenere l'approvazione dell’ordinanza di Maigrot. Charmot, per sua st«**sa confessione, conosceva appena il cinese e aveva dimorato nell'impero di mezzo non più di due anni e mezzo. Tuttavia egli si sentiva tanto sicuro della sua causa che interveniva con la più grande risolutezza; e siccome non mancava di abilità, acquistò facilmente degli aderenti, dei quali, a dir vero, era molto discutibile, fino a qual punto essi comprendessero quest'affare. Innocenzo XII aveva rimessa la controversia all’inquisizione romana. Il suo risorgere non gli era gradito e dirosse perciò il 15 gennaio 1697 a Maigrot. nominato allora vescovo titolare di Conon, un Breve che riconosceva il suo zelo per la missione, ma 1 Bkrmno IV 730. Cfr. Forcella XI 459. Dalle nuore diocesi di Nanchino e Pechino Innocenzo XII staccò nel 1696 ra*ti territori che fino alla emione di nuore diocesi affidò a ricari apwtolw-i. redi J*t ¡toniti. II I5S. Cfr. Jaxs 200 sa.; Mejer 1 361. * A quanto m?«uc serre di km» l’articolo di J. Brccker nel Dici, de IhM. calli. II 2372**., confortato da nitori documenti. * La 'lettera di Maigrot a Innooenxo XII nel ('od. C 7. 26, p. Sta«., della Biblioteca Angelica di Roma.