460 Innocenzo XII. 1691-1700. Capitolo III. Gonzalez non ora edificato di questo decreto. l)a Madrid egli nì aspettava non più di una lotterà confidenziale al papa esprimentu il desiderio che Innocenzo XII stesso avocasse a se la decisione. Il segretario del generale Estrix dovette compilare per lui un memoriale di difesa, che venne consegnato al papa.1 Ciò non ostante il regio decreto significò per Gonzalez una prima vittoria alla quale, ai primi d’ottobre, se ne aggiunse un’altra. Come ispiratore di tutti i passi degli assistenti egli considerava il gesuita Juan de C’aneda. Il cardinale Aguirre, come il Modulaceli, ne avevano per ciò chiesto al re l’allontanamento da Roma ed ora Medinaceli fece senz’altro giungere al Caneda l’ordine di abbandonare l’eterna città. Dunque, in causa d’un libro, un'ingerenza spagnola nei diritti di sovranità •lei pontefici. La cosa naturalmente suscitò grande rumore. Già prima Innocenzo XII aveva considerato un amaro sopruso l’ordine del governo spaglinolo, quello di voler vigilare sulla nomina dei procuratori. Dopo la nuova ingiuria compiuta col bando intimato al Caneda, egli fece venire a sè Gonzalez per chiedergli ragiono e in una lettera del 2 agosto incaricò il nunzio spaglinolo di trattener«' la corti' di Madrid da ulteriori interventi «vi a ve«lere se non si potesse allontanare «la Roma il Gonzalez, facendolo vescovo in qualche parte della Spagna. Ma non c’era «la nessuna parte una diocesi vacante, tranne Solsona e per questa Gonzalez, non essendo aragonese, non poteva esser preso in considerazione * ('«»me il papa così anche i gesuiti «li Madrid intervennero a corte in favore «li Caneda e sette «li loro diressero un memoriale al re, nel quale difendevano gli assistenti, al che Gonzalez rispose con un aspro rimprovero ai sette.* Come i gesuiti di Ma«lri«l, così anche gli assistenti in Roma si di«*dero «la fare per richiamare Caneda, ma tutto fu inutile. Gonzalez aveva vinto anche in questo punto. Ma una terza vittoria ancora, la più importante di tutte, gli venne concessa: nel giugno 1093, il papa gli permise di far stampare un nuovo libro che aveva scritto contro il probabilismo, a cotuli-zione che il parere «lei censori fosse favorevole. Con ciò sembrò atlunque levata la proibizione «li mandare l'opera alle stanii>«‘ prima della congregazione dei procuratori. G«mzalez aveva fatto anche prima qualche passo in questa direzione. Egli mandò un breve prospetto sulla nuova edizione che egli curava a «liverse provinole «lell'ortline e parlò con cantinati ai quali espose la cosa nella sua maniero. Dopo di ciò i cardinali Cibo e Laurea intervennero per lui presso il papa, ma invano: contro il Segneri non la seppero spuntare. Maggior successo doveva toccare all’assessore presso l’inquisizione Bernini. In una seduta del 8. Uffizio * AstsAin VI 274. * Ivi 279*. * Ivi 281-295).