M Imi.»mio \|. 1 «7*1 1 tinti. Capitolo II. mina sangue «• danaro, mentre, stando uniti, con poco si potrebbero turi* acquisti immensi.1 Le trattative di Nimega, veramente riguardavano qualche cosa piò di una semplice città. Per giunta, il rimprovero fatto dal re Giovanni ili ai principi cristiani, colpiva lui non jmt ultimo. Se i Torchi procedevano in tal modo senza scrupoli contro di lui, e*%i dovevano esservi incoraggiati dalle lotte dei |iartiti io Polonia,* che paralizzavano la politica turca di questa. Ora, in queste lotte di partito precisamente re Giovanni portava una gran parte di colpa. Esse riguardavano essenzialmente il punto, che, insieme coH’atteggiamento di Luigi XIV rispetto alla guerra turca, formava il nucleo del piano pontificio per la lega, l’alleanza, cioè, della Polonia coll’imperatore Leopoldo.* Non erano pochi in Polonia i favorevoli a questa alleanza, la quale, ili fronte ai grandi armamenti turchi, si presentava come una cosa naturale, anzi semplicemente necessaria: quasi tutti i nunzi inviati dalle diete territoriali alla dieta del regno e i senatori, in prima linea il vescovo di t'racovia, il Gran Cancelliere di Lituania e i due comandanti in capo dell’esercito.4 I generali non avevano fiducia in Sohicski. Egli desiderava, secondo loro, la discordia per indebolire la loro autorità, essendo essi stati sempre contrari alla Mia amicizia per la Svezia e la Francia. Se il re avesse voluto sul •erto la guerra coi Turchi, avrebbe fatto un’altra politica.* Al partito tiloimperiale si avvicinava sempre più, per quanto possa parere strano, anche la regina t'asimira. X'cra motivo l'inasprimento |M>rsonale di questa donna appassionata contro Luigi XIV. t'asimira era stata da lui defraudata della pensione, a cui teneva non poco. Ma, ciò che contava ancor più. era, che essa avrebbe voluto l’innalzamento di suo padre, il barone il’Ar-quieu (più tardi, non però sotto Innocenzo XI. fatto cardinale) da parte di Luigi XIV » duca o pari; e non solo per ambizione |tcnutnalc.* ma forse anche per timore di Sobieeki. a cui dopo l'elezione a re il matrimonio con una francese della nobiltà comune poteva sembrare non più del tutto alla pari. I>opo 1 II »«Urlìi «I Cibo in data IO giugno 1*7*. ivi 46» ». * «Ir. Cibo a ItaonviM. l'Il giugno IS7S. Ir! 470a. * Quanto impoii«» una Ulr atlnwu jwf l'Austria e la Polonia rn già •tal« aeeennalo nel 1*73 dal mdnilr «vedeae in Vienna, l«ata Pulendoti; fedi RlKUtlI nelle ltill«l dm ImMiteh fmt étdrrt liwà XXXVII U7-1SD. * Il Martelli al Cibo in data 3 mano 1*77. in Ihuasi I 431 Cooracdano in ri* le idattwi IhMmi. et». I»t II tuia, nella Krr iktti Mfl. VII ilWS) AU4. I.'Ini mirisi* tra i Par e I s«|ueba aveva naturalmente una gran parie nelle lotte di putita * Il Martelli al libo in data 30 gennaio 1*79. in Boitvi I 49» a^ * Cfr. la w lette»» al cardinale protettore di Polonia. Videai, ivi Ut 3«*. a. I. L'Ungheria e l'impero. «7 l’ascensione al trono del marito furono indirizzato a Parigi da t'asimira istanze sempre più pressanti jier il D’Arqllieu, già dalla fine del 1R77 in tono irritato. Ma Luigi XIV restò sordo a tutte le istanze, perchè il D’Arquien per il suo modo di vivere scandaloso era divelluto la favola della corte.1 ( ina la line del ItiTH e il principio del 1 »»7t* il cambiamento della regina era compiuto. Ella segue in tutto, riferisce intorno a questo tempo l’inviato francese in Varsavia a Parigi, il nunzio |iontiticio ed il residente imperiale.4 L'iniiuenza dominante, jierò, sulle decisioni politiche era esercitata non dal partito imperiale, ma, in tutto e per tutto, da quello frances«*. VI appartenevano il Gran t’an-celliere Wilopolzki, il Vicecaticelliere, il Gran Tesoriere Morstein, i Palatini ili Poaen e di Lublino, il vescovo di Kulm e lo stesso re Giovanni;* a capo di esso era l’inviato francese 1 li-1 lume, superiore a tutti in arti diplomatiche ed onnipotente alla corte.4 t ome punto di attacco contro l'Austria il partito francese, dopoché dal 1677-in poi non ci fo più da sperare in una guerra aperta di Sobieski contro l'imperatore, cercò ili adoperare la |>oaizione più vulnerabile della politica austriaca in Oriente, cioè l'Ungheria. Nell’angusta striscia rimasta dell'antlr-a Ungheria fra i paeai austriaci e le conquiste turche v'erano due questioni, che impedivano una situazione tranquilla, I» politico-statale e la religiosa. L’Ungheria non poteva e**i*re in grado di difendere il proprio paeae ila sola contro i Turchi. Essa abbisognava per ciO detrattilo dcU'impern, e l'imperatore lo «lava in larga misura. Vienna, certo, riteneva indispen»ahili in Ungheria per la sua difetta una centra-lizzazionc assai forte e un'amministrazione militare assai energica, opinione in cui lo spirito assolutistico del teni|io può aver avuto larga parte, mentre gli Unghereai avrebbero voluto, che la protezione militare iosa«* accordala senza toccare minimamente i loro diritti e le lom libertà nazionali. Ne risalto una tensione politica fra la corte imperiale e l'Ungheria; eaaa porlo alla congiura del 1870, a cui parteciparono magnali cattolici e protestanti, ma che da parte dei protestanti penetro assai più pmfondamnnlr negli strali inferiori della popolazione. Precisamente il eleni cattolico, in coni rapporto ai ministri protestanti, si era mostrato fedele al- 4 t»r II «un. toc. rtt SOI So'. Ut ili ttr. Ki».rr. /•— J«*i Itti pp 44. »7. **; Hetbane a l.u«gi XIV il SS «urto IS7S. irim /W, V J03» • Memanali del Béibuae a I.««gl XIV del 31 ottobre l*7s. Irto Pai. V 113 157. • dell 11 febbraio 1*7». Ivi. • {tribune a lay XIV In