4# Inmwerno XI. I87tt-ltW». Capitolo II. tica di pace. Ove ni’Iper parte loro facessero ¡.rub iti |»-r la pace e volessero esser giudici di pace, egli doveva lanciarli fare tranquillamente. Il Santo Padre non cercava Usuo onore, ma l'onore ili Dio e la pace della cristianità. Non era necessario, che il nunzio cercasse di comparire proprio lui come autore della pace; lo acopt> sostanziale sarebbe raggiunto, purché, comunque, la pace si avesse.1 Kg li doveva solo comunicare le pro|M»ste di una parte airaltni, ma cercare in questo una forma, che evitasse le asprezze e servisse alla pace.’ Kntro questi limiti, stretti per verità, il nunzio Bevilacqua <*egul il suo compito con grande accortezza. I pareri e i progetti consegnatigli furono da lui trasmessi in traduzione italiana, la sciando cadere, grazie ad una formulazione abile dell'espressione linguistica, tuttociò che avrebbe potuto offender«» l'altra parte. Appunto |M«r questo egli riuscì superiore alla maniera inglese, troppo dura nella forma, e suscitò anzi l'invidia degli ¡ngb-si.’ Secondo le relazioni esistenti, la mediazione del nunzio fu usata soprattutto nello trattative della Francia colle potenze nbsburghesi.* Ki|>etinamente al nunzio venne fatto obbligo da Roma della più stretta neutralità.* Si desidero per questa una tale * «stensione, «•he la stessa abitazione della nunziatura dovette essere ad uguale distanza daH'amlms«'iata frane«**«’ e da quella spagnuola.* Data la (urte «uscettibihtà delle due parti e la intrattabili!a e rigidità dei ■ Ulna BevlUrqua. SA «et trinhre 1077: rfr. Cibo a Vareae. 13 limilo 1*7*. a BevtUr«|ua S3 lugli» 1*7*. ivi S9S ».. 35«» . 339 *. • llt» a IUvitar,|ua. SU maggio 1677 (rtr. «opra p. 47. a. 4). • Brvilart)tta a l'ìbo. 10 no vertible 1*77; rf». le IrttMr del Bevilacqua al t'iba» e «lei libo al Ilevilari)ua in dala I lugli» l*7S, preaao Ikutvi I SOS 3H.Y 349. SAI. IM min Ir re Iasioni fra il nttxuto e gt'lnglmi «embran» min alate aaaai buone. rfr line ideale narralo dal Bevilarqoa al Cibo in data St norna bre 1*7s, ivi 3*3. n. I. • ti», l'ìbo a Varene. S novembre 1*78. l'ilio a Bevtlarqua. 15 aprile UT» lluanrW a Iti» 90 mano 1*79. Ivi 374. n. I. *•<•">. n. I. 40&. Il raao pita »in#» lare, in ral venne mtwila la mrdiaaione del IWrllan)u <7 Iagito 1*7». è .eri» qarlio del dar« di TrrOMTOille, rhe »ollevò puh» mi XapoH. e porwa •ámenle ndTapprova*io«r di l.nmi XIV. d trend» di enee re «avian» del n«w> quale durendeote duella dei re Kedenro di Napoli, mentre l'ario II di Spagna ptMaedeva il para» «alo in arguito aUinva»M>ne di Ferdinando U raltadaro. vedi I.C\I«. 141, t‘rmr fiawf II S79 MI. • la dala II (tafao 1*77 iprrnao Rulaxi I SNA a.) il Bevdarqaa tilrtw» al l'ìbo di ave« fallo notare al KaaquiUo (ano dei dae umbri «pagaaulì del naglm), rhe non era apportano t) dtma»«rare rad proli—ámenle Itagiaaltn» delle armi fra*rea«, aari» i Fraared avrebbero materia ««ira gii *p*gaoo|i Il l'ìbo * buaaama. fll fioro» 1*77 (Are bivio «egre lo pò a tifi rio, /‘art 37 f. a) il lievitarla* per II aao rilievo al HwmaiHo. gli Spagaaoti avrebbero palato arriarlo di partigianeria. Igti. U rardinate. aoa ai * Mai dato a mnalrare al papa il diaparrio ritrai» del nonno idetl 11 gtagao |*77l. i »nfroatla l'ìbo a (levtlarqaa. 13 gtagao 1*7*. la B»Jivi I 1U. • Siivi I»t»niita «A Il contegno del legato poutiArio al cotijfrw*o di Niinega. 4» Fnmcesi nelle loro richieste,1 il sentiero dell'imparzialità era veramente stretto, ma il nunzio è riuscito a rimanerci. La miglior«' prova è in ciò, che l'imperatore Leopoldo avrebbe visto assai volentieri, che il Bevilacqua fosse andato da Xim«>ga come uunzio a Parigi. Il nunzio, dichiarava l'imperatore, ha la piena fiducia e la simpatia di Luigi XIV, « fora«* potreblte indurre il re ad un'altra politica verso i Turchi.* La sfiducia, che la me«liazione inglese incontro sin dal principio, fece sorgere ben presto, già nel manto 1077, la questione, se il rappresentante del papa non jm> tesse esercitare la mediazione anche in riguardo ai protestanti. La sUiasa Olanda s«>mbra aver espresso voti in questo senso.* Soprattutto il (¡rande Klet-(ore si sarebbe servito volentieri dei servigi del Bevilacqua. L'ini-{■cratere Leopoldo tentò dalla metà dell'anno in poi di guadagnare il papa all'idea, dal momento che la coalizione univa *er questo il papa deve compier* lo stesso errore e in certo modo canonizzare le coalizioni, immischiando« nelle faci-ende degli eretici e adempiendo i loro desideri.* Non si addiceva in alcun modo, che il nunzio apostolico si occupasse in forma pubblica e direttamente degli interessi dei sovrani eretici.» Chi urterebbe cout ro la disciplina eeclesinstili» antica e immutabile. Iiopocbè t'temente X aveva fatto «li tutto per trattener l'imperatore dalla lega con i protestanti, e tilt -tavia Leoptildo non aveva tenuto canto delle giustificate obbiezioni del papa, egli non p«itevadare istruziooeal nunzio di occuparvi anche dei desiderala degli eretici, salvo che ri fosse speranza concreta * Il Baonviai al libo. 3»< ottobre 1*7*. Il Beedarqua al l ibo 15 aprile 1*7)1. » Bojasi I 343, SS» a. ti». Il roaftato per U Brrv». appena« p. Ud7 a lice, '•i ntSSMtl. //dima a ad A'raataa «Ma .Vtaaoy*« mrr frtd«ui»afr«t. nella ■'“*•01 fiaaiarfcn 1919 f». lidi 4. Halle dUkotU aorte roti tran por altea mente per la S. Mede a raosa di nakiiml va«» a pwaante detta Mla «teatralità da parte di nart tnunw o apagnoole arile arqae paaldkte. rfr. le reiasioni in B“U*| | MS As7 * Il Barrava« al libo. I» stagno 1*7*. Ivi &4*. A orbe d Virano apaldlra d Ulaada. Job. Il abeo», riferì a Koaaa dalla bea»ara aliat ila del nanxao pon lilirio al rongmau della pare, rfr II Breve a II «bea». « «et leni bre 1*77. in B«tarilisa I 119 a. * li». Raoavaaa a Cibo. SI aan» 1*77. ptaan Ruiivt I fa», * liaoavt»! a l'ibo. Il la«l«o 1*77. ivi J*4 * l'ibo a Baoavtni. I* ottobre 1*77. tri Mia. * libo a Bevilacqua. Si artlasabr» 1*77. hrt Sto a. * *11 Cibo al Barravo. I* ottobre 1*77. Archivia *eg r e t o pon-« •« le io. /’art 37 l 14 Caino*, «ea «m «ai XIV. « 4