Il conte Castlemaine inviato d’Inghilterra a Roma. 369 veniva lasciato libero di comparire dapprima in vesti secolari o ecclesiastiche.1 L’Adda, che si guadagnò presto la fiducia del re, non era però soddisfatto di questa parte modesta, e mirò ad ottenere carattere d’inviato. Il papa dovette acconsentire nel marzo 1686,* perchè nel frattempo Giacomo II aveva destinato un inviato a Roma nella persona del conte Castlemaine. La scelta di questo è ima prova della straordinaria inabilità del re, perchè il Castlemaine aveva bensì sofferto il carcere dorante la congiura di Titus Oates, ma per il suo naturale violento era adatto a tutto, mono ohe a fare il diplomatico. Inoltre, come rilevò l’inviato francese, la sciagura del ridicolo uni vasi all’invio di un uomo, il cui nome era così poco noto sia da sua parte, che da quella della moglie. Questa, infatti, era stata, come tutto il mondo sapeva, con il consenso del marito, l’amanto di Carlo II.* A un uomo così rigido in fatto di morale come Innocenzo XI una personalità simile non poteva non riuscire molto sgradita. Al papa non piacque neppure la pompa, colla quale si presentò il Castlemaine, secondo la volontà del re.4 Oltre tutto questo il Castlemaine, che il 19 aprile 1686 ebbe la sua prima udienza insieme col cardinale Norfolk,* presentò ben presto due domande, che, come il re sapeva da una lettera del papa,* a questo non erano gradite: egli richiese il cardinalato per Rinaldo d’Este e la dignità vescovile per padre Petre.7 Non avendo il papa acconsentito, il Castlemaine si fece sempre più insistente, e il 26 luglio dichiarò, che, ove Rinaldo d’Este non ottenesse il cappello rosso, egli sarebbe stato costretto a ripartire.* Innocenzo XI prese la dichiarazione con molta tranquillità; tuttavia ritenne poi opportuno soddisfare in settembre la richiesto del re inglese riguardo all’Este.* Dell’episcopato al Petre, però, non volle assolutamente saper nulla. Ad esso si opponevano, così egU tornò sempre a ripetere, le leggi sperimentate della Compagnia di Gesù, che ammetteva l’accettazione di dignità ecclesiastiche solo eccezionalmente su precetto speciale del papa, ma non su preghiera di principi. Egli non si farebbe mai complico di una simile violazione della disciplina. Aveva rifiutato già prima una cosa simile al re di Polonia 8obieski.u 1 Lettera del Cibo all'Adda, in data 5 gennaio 1686. ivi 16. * * lettera del Cibo all'Adda, in data 23 mano 1686, ivi. * Vedi Ktarr, Stuart III 123. « Vedi Bbosch. EngL Ortck. VII 521. * Vedi la relazione nell’jirdk. ttor. Lomb. 2* lene VI (1889) 39. Qtti (35) anche sull'arrivo del Castlemaine a Roma il 13 aprile 1686. * Vidi Ur.RTHIKR II 260. ’ * Lettera del Cibo all'Adda, in data 25 maggio 1686, loc. cit. ' Vedi * Cifra al conte d'Adda, in data 27 loglio 1686, ivi. * Vedi • Cifra al conte d'Adda, in data 17 settembre 1686, iti Cfr. sopra P- 306. M Cfr. « * Cifra al conte d'Adda • in data 27 ottobre 1686, loc. cit. La CurroR, Storia àa Papi. XIV. L. 24