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Appendice.
semplice e breve racconto di liaver soddisfatto al desiderio cbe ho di dichiararmi.
                D. V. K.
dal Collegio Romano li 19 Novembre 1(>55.
Umilissimo nervo ne.l i4igr" Paolo Casati •Iella Compagnia di Giesù ».
Copia contemporanea nell’A r c h t v l » di Stato di Modena, Documenti di Siati Ettori, Svezia, B*» I.
      4.	Parere del P. Sforza Pallavicino per Alessandro VII su i benefici dei nepoti.1
                                                           9	maggio 165fi
    1!ingrazia |xic la fiducia del papa. Discussione dei motivi in favore e contro la chiamata dei n«poti. Quindi:
    « Per evitar i narrati incomodi dell’una e detl'altra parte io non veggo altro modo se non quello che le accennai nell’ultima udienza, cioè che la Su V. col pubi ira ne 0« risolutione di chiamare i (»ignori suoi parenti promulgasse anche una Ixdla giurata da lei e da tutti i cardinali, la qual è necessaria ta due cose: l'una sui Hssicunw il mondo della sua futura moderazione, della quale non si fidarà mai in altra maniera, havendo valuto questo primo passo ed anche d’esempio degli antecessori, ciascun de’ qilalli ha cominciato protestando di voler esser moderato e poi ha dato in eccessi. L’altra, obligare i successori all'imitazione, già che un motivo principale della chiamata è lasciare un esempio imitabile.
    In questa bolla si potrebbe prescrivere quello che i Papi al più dovessero dar a i loro parenti, non già con tanta strettezza quanta V. S1* disegna rispetto a se. perchè io stimo che a questa i pontefici non siano obligati, ma dentro a quei concetti, tra quali si custodisse insieme la discrezione e la edificaaione, aggiugnendosi che quando fusser più il suc<<essore, debba ritorlo con tutte le albre cautele, per le quali liabbiaiuo vellute osservate le bolle di Pio e di Sisto.
    Oltre a ciò dovrebbe contenere la medesima bolla che non debbano i Papi promuover al cardinalato alcun de’ loro parenti se non dopo tanto tempo di vita clericale e di prelatura, il che sarebl>e di grand'edificazione per molti capi e tettrebl»e in officio fra tanto quello, il qual suol poi esser l'arbitro del pontificato e darebbe commodità al l*apa et agli altri dì <t>noacerlo nell’esperienza. E se V. Su non provale a questo con bolla da se giurata, non potrà difendersi ella medesima dalle violenti istanze de’ principi, i quali penswranno di guadagnarsi il signor
D.	Flavio con «frappar dalle mani dì V. S1* in poche settimane un capitello per lui. E pure la sua gioventù e l'essere stato fin bora seco-
> Cfr. Parte I di questo voi. p. 32»l.