Opposizione allo Spinola da parte di principi tedeschi. 353 dei principi protestanti, disse egli al Buonvisi, appartiene alle cose, che furono sempre considerate facili ma non si sono effettuate mai; egli non sapeva che cosa si potesse sperare per il futuro. Il Buon-visi per suo conto giudicava, che le asserzioni dello Spinola avessero poca base di fatti reali. Bensì, ove il papa abbandonasse ai principi protestanti quello che dei beni ecclesiastici si era ancora salvato dal naufragio, molti di loro si dichiarerebbero colla bocca cattolici, come aveva fatto il Palatino per Vorms e Spira.1 Queste informazioni furono decisive; per più di due anni e mezzo ora non si parlò più di trattative di riunione. L'infaticabile irenico, tuttavia, non riposò. Nel 1682 egli intraprese di nuovo, d’accordo coll’imperatore e col papa, un viaggio di dieci mesi alle corti protestanti di Germania.* Sul risultato egli tornò ad esprimersi di nuovo con molta fiduciosa speranza. Ma i fatti vi contraddicevano. Un memoriale, destinato dallo Spinola per l’elettore di Brandeburgo quale fondamento per una disputa con i teologi di corte a Berlino, venne accolto da questi con ostilità aperta.1 Contro alcune concessioni da lui ottenute in Hannover, si sollevò nell’autunno 1(583 una resistenza vivace da parte dei predicanti di Gotha e di Dresda. • olà non si voleva saper nulla di una nuova sottomissione volontaria al « giogo papistico ed anticristiano ». A Francoforte sull’Oder *i trovò, che le proposte fatte dallo Spinola in realtà concordavano con le decisioni tridentine ed erano quindi inconciliabili colla fedo luterana ortodossa. La langravi» Elisabetta Dorotea di Darmstadt mise in guardia con lettere apposite le corti amiche «lai piani dello Spinola e spinse la Facoltà teologica di Giessen ad un'aspra critica di questo « sincretismo ateo ». L'elettore di Sassonia proibì ai suoi teologi qualsiasi trattativa privata collo Spinola e richiese agli altri principi di fare altrettanto.4 Ma opposizione contro .Spinola si sollevò non solo da parte protestante, sì anche da parte cattolica; di qui gli si rimproverò Top-¡•osto, di essere andato troppo oltre nelle sue concessioni ai protestanti. Non vi può esser dubbio, che Luigi XIV ebbe mano nel giuoco. Su preghiera dello Spinola il Leibniz era entrato in relazione nell'estate 1683 col Bossuet e gli aveva comunicato scritti relativi, specialmente un lavoro dell’abate di Loceum, Molano. Il Bossuet lodò a nome del suo re questi « pii piani •; ma in realtà essi non rispondevano ai desideri dell’amico dei Turchi e avversario del* * Vedi ivi 77 ». L'indicazione del !tt«r.l.liKi K (403), pr«-.«a dal IIan»ix, che il papa abbia accordato allora allo Spinola facoltà straordinariamente ■Traudì, è del tatto errata. * Vedi Ha»i.i.bkik 15*.; Sla. * Vedi IL I.am>wt.ioì. Die Kirrhempolilik Fritdrirk il iMWiiu. Merlino 1*1*4. 340«. * Vedi HASEUMM.1t 16*. Pi^Toi, Storta 4#t /V|», XII*« 1 23