452 Innocenzo XII. 1691-1700. Capitolo III. totalmente su presunte illuminazioni e ispirazioni e con ciò rende vano arbitra in questioni religiose la propria visione e opinione, alla maniera protestante; 2° anche perchè Fénelon parlava ili una segreta tradizione fra i mistici; ma da parte cattolica non riconosce in questioni religiose nessun’altra tradizione oltre quella generale della chiesa. Così da parte di Bossuet seguirono degli attacchi senza riguardo contro l’antico amico, il « Montano di una nuova Priscilla », come «‘gli lo chiamava, con offensivo riferimento alla più antica storia delle sette.1 E ben altro ancora dovette sopportare il Fénelon. Egli venne bandito dalla corte e perdette la sua posizione di educatore «lei principi reali; anche le forze che lo aiutavano nel suo ufficio ed alcune suore di S. Ciro vennero duramente colpite dallo sfavore regio contro «li lui. Col consenso del re il 6 agosto 1697 venne consegnata al nunzio Delfini e diffusa per il paese una dichiarazione che Bossuet, Noailles e Godet «le Marais avevano formulata in colloqui tenuti nel palazzo areiveseo-bile «li Parigi. Fénelon non si lasciò scoraggiare. Agli attacchi «li Bossuet egli rispose difendendosi in più di una dozzina «li pubblicazioni. Per più di 18 mesi fluttuò la battaglia fra i due vescovi suscitando in tutta la Francia grande impressione. In un’epoca più mondana l'argomento per il quale si combatteva potrà sombrare troppo elevato e troppo sottile, ma allora presero la parola su tale questione il noto filosofo Malebranche e il Maurino Francesco Lamv, il celebre predicatore Bourdaloue come il fondatore dell'ordine trappista D«‘ Raneé. Anche Leibniz si affaticò attorno aU'emgmu «teU'amorc disinteressato.* A Parigi venne predicato «lai pulpiti contro la nuova dottrina* e l’eco «Iella lotta fra i due vescovi penetrò perfino nei salotti «Ielle dame aristocratiche. Nessuna dotta contila, scriveva la figlia della celebre Madame de Sévigné, è più importante e facilmente comprensibile e sta piuttosto nella sfera «leH'intelli* genza e «lei cuore, il quale è qui il giudice naturale.4 Quando comparve in pubblico la dichiarazione «lei tre vescovi contro Fénelon, questi rispose con la sua «lettera ad un amico 1 «Si je mollirai* il an» une querelle où il y a de toute la religion. OU ni j'affectai» de# délicatesse*. on ne m'entendrait pas, et je trahirai» la eau«*-que je dois défendre • (Bosst'ET a suo nipote il 18 novembre 1697. Corre*/». IX 28). « Knfln l'Kcliw e*t terriblement menacée », scrìveva il 4 agosto 161*» a Xoailles» (ivi X 104). * I.aroEST, loc. rit. 21.12. Inibiti« parlava allora dell’« énigme de l'amour «UWintéresiwé. (Parert> su Fénelon in Corretpontianet de BoHCtI IX 425i. I>r. ft*XCÊ scriveva nel febbraio I6H7 di Brewuet: « Je ne doute point que tou» le» gviui de bien ne se joignent à lui. et que son parti ne soit celui de l'fcglisv* (ivi VII 306). * H. t'iltitot in lìtmie* I.XXXVI (1901) SO. **GrI9EU.K in <"XX (1909) 701.