Politica rovinosa ili Giacomo lf. :»«7 più grande prudenza e con saggia moderazione.1 Invece Giacomo II mancò del tutto proprio in questo. Invece di aver riguardo ai pregiudizi, profondamente radicati nella grande maggioranza degli Inglesi, contro la Chiesa cattolica, la Santa Sede ed i gesuiti, egli sembrò volesse provocare i protestanti senza necessità, (’osi la sua politica, che avrebbe dovuto aiutare l’antica Chiesa a rimettersi in piedi in Inghilterra, divenne per essa pericolosa e rovinosa.* Vi contribuirono in modo estremamente nefasto le tendenze assolutistiche di Giacomo II. A somiglianza di Luigi XIV, egli faceva un tutto indivisibile dei concetti di religione e monarchia, o meglio di ciò che intendeva per queste. Da tale confusione provenne ai suoi sforzi per riportare l’Inghilterra all’antica Chiesa una mescolanza impura, della quale si rintesero molti dei mezzi adoperati. Giacomo aveva impegnato la sua parola reale per il mantenimento della Chiesa anglicani» e dello Stato secondo la forma giuridica esistente. Col tempo, però, si vide sempre più chiaramente, ch’egli interpretava queste parole in altro modo e voleva adoperare il suo potere per governare anticostituzionalmente nello spirito di Luigi XIV. Grazie alla sua supremazia sulla Chiesa anglicana egli cercò di trasformarla a modo suo; furono perfino conferiti vescovati a cattolici segreti.* Il re non venne punto raffermato nei suoi procedimenti da tutti i cattolici, ma solo da 1111 partito ultrazelante, a cui dette la sua fiducia incondizionata. I più eminenti fra questi consiglieri furono il padre gesuita Edoardo Petre, oriundo «Iella Francia settentrionale, e il conte Sunder land.4 Di fronte a costoro si perdettero le voci dei cattolici assennati, indigeni ed esteri, e degli inviati spagnuolo, imperiale e toscano. Invano anche un altro gesuita, Simons, ammoni, che la Chiesa e la Sede di Pietro non avevano potere di approvare il male, perchè ne sorgesse il bene.* 1 Tale era anche il parere del Bevilacqua, inviato da Innocenzo XI a Ximega, che prima della «ua partenza esortò i cattolici di là • » vivere con modt*»tia religiosa e veramente cattolica, se volevano rendere durabile la lolle-ranza che da’ magistrati era loro promessa •: vedi * • Relazione del trattato di pace conclusa a Ximvega da Msgr. Bevilacqua. Xunxio plenipotentiario, presentata a X. S. P. Innocenzo XI », Park. 5176. Biblioteca Vaticana. * (fr. ZlWKRMANv, JakrA II. and trine Hcmnkungen Mrrfft II'iMtrher-rtellunq drr Knlk. Kircke in Kntjiand nella liòm. ifuarlalerkr. XIX, 2 (1905) 5» ss. * Vedi Ktorr. Staarl III 19» ss. * E. Petre ò stato indubbiamente assai calunniato, e il suo carteggio col Iji (hai ¿e è una falsificazione; vedi DrilK nella XeilM-kr. far Knlk. Tkrai. X uhr ha esagerato nella sua apologia del Petre. e che questi non può esser prosciolto non solo dall'accusa d’imprudenza e di mancanza di spirito indipendente, ma neppure dal sospetto di ambizione illecita. * Vedi Kiorr. Sluar! Ili 800.