\ La bolla contro il nepotismo. 409 comunicato ai cardinali un primo abozzo di una bolla, la quale doveva abolire il nepotismo e che parecchi di loro si erano espressi in senso contrario.1 La bolla era dovuta alla penna del cardinale Albani,2 ma alla sua elaborazione avevano partecipato anche il cardinale Panciatici e il subdatario Sacripanti. Sacripanti trattò eoi cardinali che si opponevano al provvedimento, specialmente con Alfieri e Ottoboni.* Innocenzo superò tutte le resistenze © alla fine tutti i cardinali sottoscrissero la bolla, datata il 22 giugno 1*592. Essa proibiva ai papi di arricchire in qualsiasi maniera i loro parenti coi beni della Chiesa. Parenti bisognosi erano da trattarsi come gli altri poveri. Ua serie di uffici e titoli come il confaloniere della chiesa e il capitano generale, i quali erano toccati finora quasi sempre con ricche entrate ai nepoti vennero aboliti e ne fu proibita la rinnovazione. Solo in casi di bisogno essi dovevano venir concessi, senza riguardo a parentele, ad uomini meritevoli e capaci, però soltanto con redditi moderati. Se un parente del papa divenisse per i suoi meriti cardinale, le sue entrate non dovranno superare 12.000 scudi. Questa Iwlla doveva venire giurata in ogni conclave da tutti i cardi nidi od anche dal papa.4 Non soltanto in Roma,* ma anche in tutto il mondo cattolico questo provvedimento del papa raccolse il massimo plauso. Anche su molti protestanti esso fece durevole impressione.* La bolla del 22 giugno 1602 fece tanta buona prova che si può dire che il nepotismo dopo d'allora è vissuto ancora soltanto nella storia.’ Accanto a questo grande atto di riforma, da Innocenzo XII vennero presi parecchi provvedimenti per migliorare il clero secolare e regolare. In ciò, come dice