280 Innocenzo XI. 1070-1689. Capii)lo V. tir«, che il papa poteva ricevere l’inviato senza pericolo per la propria persona. Il maresciallo De C’hamlay dovette ripartirsene senza aver concinno nulla.1 Il Fllrstenberg nel frattempo vedeva svanire le sue speranze Kgli si lagnò col nunzio di Colonia per l’influenza esercitata sulla elezione, dall’imperatore, che gli aveva dato l’esclusione. Il papa gli fece rispondere, che la posizione dell'imperatore e del re di Francia nella faccenda non era la stessa; se l’imperatore ritene\ a, che un candidato fosse nemico suo, gli competeva di tenerlo lontano dagli uIlici più alti; coll’esclusione di un candidato egli non danneg giava la libertà dottorale del Capitolo. Luigi XIV, invece, in Germania non aveva da cercar proprio nulla; nel caso suo, del resto, *i poteva parlare di oppressione della libertà elettorale, perchè egli escludeva dall'elezione tutti i candidati salvo uno.* La conseguenza del rifiuto inaspettato fatto all'inviato segreto fu, che Luigi XIV ora rifiutò la mediazione inglese.3 Infatti Luigi non poteva più nutrire nessuna speranza nell’arrendevolezza del papa. Se anche nella questione di Colonia non era ancora avvenuta una decisione, tuttavia la situazione non ammetteva nessun dubbio 1 * Al Kanuzzi in data 21 agosto 11(88. ivi. l'ir. Immicii. I untarut MI SS: egli nomina l'inviato marchese l'hatnluy. e ilice, clic doveva offrir«- al |«|« l'abolizione del quali ¡ore in ramino «lei riconoscimento del F&retenb< rg e dei vescovi pr«lrr 409. Anibetluc hanno per fonie RoCMtT, IIi ritti rr tir I.oumi* 11« partir, t. 2. p. 83 ss. L'nqxMiixionc è divergente in punti di por«» momento, l'fr. anrbe lliais. .(■ hiMiilr 113. ’ * « l,'iippr«»ione ohe viene usata in Francia alla libertà ranonira drllr elezioni. non ha aleuna proporzione ron «|Uella ehr il tiigr. rard. «li Fllrstenberg suppone «-»sere »tata usata daH'attihasriatore cernivo in questa elezione . . . massime «|uando tal cs«-lusiono prmrde dal capo r dal sovrano drll imperio. il quale trattandosi di elegger* un«' dei suoi prìnripali consiglieri r ministri. r«»nie sono gli elettori, et il prinri|»«> di un stato ronsidrrabilr, rhr rileva da lui. |M»re elle possa con ogni giustizia pretendere che questo n«»n sia suo «liflidcnte. Il Ite rhristiauissimo |>er il contrario non ha rhr far niente in («ermania, e peri non «i sa romrntri ad alzar la vore et a voler ron iurludrre un solo, csrluilrr lutti gli altri, il che propriamente è un togliere la libertà a i capit«dl. Né qui havrnilosi una n»ì grande e continua es|>rnenza delle violenze del mt'tlesimo Ke ehe niinarcia e traila il l'apa rom'ognun sa. si dura gran fatica a creder ehe |Ktssa haver minacciato eoi mezzo di suoi ministri i rapitoli «li l'olnnia e di largì > (al Tanara in data 21 agosto liVss. dt Colonia. lor. rii.), i.uigì XIV esigeva dal papa: accettazione del Kùrstenhrrg per Colonia, provvisione «lei vescovati varanti in Franria, nr»>n«s>eimento del diritto di regalia, ricevimento del laivanliu nmif invialo e funownine di un quartiere risi otto in Roma, col pali» ili un ordine rigorosissimo che avrebbe dovuto regnarvi; rfr. l'istruzione del Cliamla.v del « luglio I6HS nel Rmnl dt* Intinti . Rumr II | JS. Luigi sarebbe sialo pronto a un‘arrondisrendrnza abbastanza larga, pen ili- aveva visto, rhr nè il cardinale IVKstrfas. nr il Lavardìn potevano raggiunger«- un arrordn con Kuma. * lilono. • Uagguaglio f. 144.