290 Innocenzo XI. 1676-1689. Capitolo V. già prima » Lord Howard, di prender contatto con il Lavardin, Ma, .so egli si attendeva come primo risultato delle trattative la liberazione del nunzio di Parigi,1 gli toccò una delusione amara. Luigi XIV in sostanza non voleva una conciliazione. Per giunta il re d’Inghilterra non era più in condizione di dare alla sua mediazione il peso necessario, perchè Guglielmo d’Orango lo aveva attaccato in casa.® La Spagna cattolica veniva ancora tenuta a bada con trattative, dimodoché non v’era alcuna Potenza, che avessi» potuto offrire al papa una difesa qualsiasi contro la Francia. Rispondente a questa situazione fu la risposta del re orgoglioso ¡dia domanda pontificia di mediazione rivolta al Cardinal D’Estrées. Luigi richiese una piena sottomissione. Innocenzo doveva entro un mese, cioè entro il 25 gennaio 1089, riconoscere incondiziona tamente come inviato il Lavardin e dichiararsi inoltre pronto a trattare circa riparazioni al re di Francia. Se il papa non accettava queste esigenze, le truppe del Delfinato e della Linguadoca verrebbero ad invadere lo Stato della Chiesa, comportandosi colla più grande ostilità. Questo fu il regalo di Natale «li Luigi XIV jht il vecchio papa, il quale nulla desiderava più ardentemente della pace! Il Cardinal D’Estrées, tuttavia, detto speranza ili una soluzione soddisfacente, e parlò del rifiuto delle Bolle agli ecclesiastici che avevano preso parte all’assemblea del 1082,* dimodoché si può congetturare, che l’aspro linguaggio del re fossi' una semplice minaccia per strappare al papa concessioni. Il nunzio ili Parigi venne informato dal Cibo il 1° gennaio 11585» circa l’ultimatum regio. Egli ebbe istruzione d’illuminare il La Chaize e di ottenere * « • S. Si* ha »limato di dover permettere al »igr. card. f)'E*te, venuto qui eon tanto »uo iiteommodo in ima »Ingioile roti avanzata per i «udetti affari con ordini replicati del medesimo He. di poter trattare con il marchese di l*avardtn nel modo che a tal intuito |»ermi's*c già a Milord Howard nel teni|>o che »i tratenne in questa corte. Oltre fhaver accettata la mediazione d'Inghilterra X. S» crede di dover anco far chiamare a »e il card. D'EltréM per far tanto maggiormente conoscere il »no «incero desiderio per la quiete puhlica *. Al Hauttzzi in data 7 dicembre 1688, ivi. * Ctr. le • cifre del nunzio Adda in landra del 26 novembre. 13 e 17 dicembre 1688. .Vaiuiat. <1 Im/killcr rn 15. loc. cit. * * Al Uanuzzi in data 28 dicembre 1688, \unznrl. di Fnutria. loc. cit. Il I»'Kstrèe» comunicò a) cardinale Cibo, «che detta risposta consisteva iu in.~tr.ir una precisa premura che 8. S** |»>r lutti li del venturo mese risolverne di ammettere fjxrardino come ambasciatore »enza alcuna riserva per passar dopo a discutere le altre «odisfazioni pretese da S. M1*. «e non. che si sarebbe comincialo a far »Alar le truppe di Linguadoca et del DelAnato vento l'Italia con ordine di venir ad invadere lo Stato della Chiesa eoo ogni più rigorosa ostilità *. Il I>'K*tree* aveva modificalo alquanto queste comunicazioni (tarlando col papa, non dicendo del termine perentorio e delle minarci«- Col Cibo il cardinali- si mpmM dopo l'udienza dal papa nei termini di prima.