Peggioramento delle relazioni con la corte imperiale. 487 simile a quella fatta a suo tempo da Urbano Vili contro l’ottava <1 ignita elettorale.1 Ma a Roma questa volta non si osava arrivare a tal punto. Ernesto Augusto aveva spesso dimostrati sentimenti assai amichevoli verso la Chiesa cattolica, cosicché si sperava nel suo ritorno. Quanto tale speranza pesasse sulle decisioni del papa è dimostrato dal suo contegno, quando all'inizio dell’anno 1(»!)3 giunse in Roma la notizia che Leopoldo I aveva già concessa l’investitura al nuovo principe elettore. Dopo esaurienti discussioni si decise di limitarsi ad un monito all’imperatore, tenuto in termini così riguardosi, che egli non poteva sentirsene offeso. Si mantenne tale contegno riservato tanto più che il papa voleva impedire ogni intralcio alla guerra contro i turchi ed evitare anche l’apparenza di parteggiare per la Francia o di favorire i suoi passi contro la nona dignità elettorale.’ Il papa volgeva tutti i suoi pensieri a terminare la guerra fatale, poiché egli nutriva la convinzione che altrimenti l’Europa sarebbe ambita in rovina.* Senoneliò le prospettive di un successo si presentavano più che mai sfavorevoli. Fatale fu anzitutto il peggioramento delle relazioni con la corto imperiale. N’ebbe colpa anche il rappresentante di Leopoldo I in Roma, principe Liechtenstein. Pieno di ardore di servire il suo sovrano e fortemente influenzato dalla corrente assolutistica dell’epoca, colla sua scarsa amicizia per la Chiesa, e oltre a ciò primo rappresentante laico del suo governo in Roma, dopo che colà per quattro decenni aveva provveduto anche agli affari politici il Cardinal protettore, Liechtenstein, si credeva chiamato a rappresentare una grande parte. Quello che spettava all'imperatore di « prerogative » doveva venire riconquistato e il papa ricacciato sul terreno ecclesiastico e nello stesso tempo più che fosse |n»ssi-bile asservito agl'interessi del governo viennese. Liechtenstein credeva di raggiungere questa mèta con l'intervenire energicamente 1 IIlLTEBRASUT, Re*aiontrerkantU*ngen 135». * Cfr. su ciò l'ottima esposizione di HilTEBRAVOT, Rruuntntrerkandlunqen 131 s.', 148 s., 214 sa. Alcuni completamenti offrono le relazioni di Licrhl««-stein al cancelliere di corte Teodoro Enrico S trattili ami. A lui Liechtenstein il 28 febbraio 1693 «rive che il Brere (del 17 gennaio, redi IIii.tkiiraxIit 218) è scritto « più per apparenza che per altro >. Il «coondo Breve, del 26 marzo, in Hiltebranot 221. Quando dopo la morte di Ernesto Augusto nel I69H ricevette l'investitura della nona dignità elettorale suo figlio <«forgio Ludovico, non si fa in Vienna alcuna rimostranza (ivi 153). l'Ir. E. Schwakte, Die aemnte K*r mitd Bra*»*ek>c*iq-Waltrnb*tlrl (Diss.). Mtinster 11X13. * Cfr. le • Cifre al Tanara del 4 e 23 ottobre. I®. 22 e 2» novembre e 6 dicembre 1692 e numerose • Cifre del cennajo. febbraio, marzo, aprile 1693, Suntiai. di Germani* 219. loc. cit. Giubileo per la pace dell * dicembre 1693, in Bull. XX 5*5.