32 Inuorauo XI. 1076- 188«. Capitolo II. •contentezza e irritazione generali. La Turchia non conta più neppure una decima parte dei suoi abitanti di una volta. Cipro «otto Venezia ha uvutn due milioni di abitanti, oggi non sono più in tutto che 50.000. A Negro ponte il numero degli abitanti i- Kre»o da un milione a 200.004), a Candi» da due milioni a 100.000. I.e donne dono in forte maggioranza, perchè il servizio militare • specialmente epidemie neH’esercito inghiottonii una moltitudine di uomini giovani. 1 Cristiani noffrono più di tutti. Già per »è e**i nono più poveri dei Turchi, e per giunta devono pagare da aoli le ìmpo*te, senza tuttavia aver l’trceuo ai posti migliori, l'ero non dolo essi, ma anche gli Arabi, i Mamelucchi in Egitto, gli Armeni, i Gieridi in Mwopotamia, i Dmsi ed i Maroniti in Siria, i Mainoti in Moni», Greci, Bulgari e molti altri anelano al momento della liberazione. L'armamento militan* dell'impero ottomano, seguita ad espone Fra Paolo, non è anch'esso più all’altezza. Per la mancanza di «lcnaro ilello Stato, che deriva dalla diminuzione della |>opo!azione cristiana pitgante le im|>oste, i Tun-hi nella guerra di Candia non hanno messo mai insieme più di 90 galere. Ora, il dominio dell’Ar-ci pelago « l’inijwirtazione per mani dall'Egitto, di cui l’impcnt, s|KN'ialmeiite Costautino|Hili, ha bisogno assoluto, si possono man-tenere solo con una forte flotta. Anche un blocco dei porti turchi non sarà diflicile. Is> fortezze tun-he sono in stato di abbandono, il toni armamento di artiglierie e il loro approvvigionamento sono •«tapinamente manchevoli. In Asia e in Africa non ve n’è una sola che sia veramente Unita, nelle altre le vecchie mura sono in parte radute e min sono state rinnovate. Il vecchio spirito dei Giannizzeri e di'si! Spalli, una volta tanto temuti, è «comparso. Nelle ricche provinole conquistate le truppe si sono ammollite. Prima tutti erano relibi, oggi hanno moglie e tigli e pensano ad essi più rhe al biro dovere militare. l*rima i Giannizzeri e gli Spahi erano quasi tutti tigli di rristiani, tolti ai genitori da adolescenti mme tributo in fanciulli, od elevati in servizio rigoroso, senza rasa paterna e senza patria, dediti solo al Sultano ed al suo servizio. Oggi i Giannizzeri ammogliati ferrano di far entrare i Ioni propri Agli nella lrupi«. 1 posti nella milizia si acquistano nrn danaro non |>er andare in cilena, ma rome passaggio a impieghi redditizi e per potere spogliare, tormentare, tiranneggiar* impunemente Cristiani. Ebrei e Turchi poveri e far loro angherie di ogni sorta. Dal man-tare in rampo gli ufllriali tun-hi ai liberano con danaro. Non v'è, in generale, lautezza, che U Turco non conimeli* per danaro. Sulla carta il Saltano conta 100.000 Giannizzeri e .10.000 Spahi. in realtà sono tutti insieme solo 40.000. Gli stesai sultani una volta davano ai soldati l’eacmpio di bravura. Anche questo ora * passato. Da quarant’atuii «sai nei loro «erragli si dedicano interamente al lusso od ai piareri sensuali in mezzo alle loro « truppe di donne a. Le probabilità di vittoria su i Turriti «orando fr. Paolo da Lagni- 33 Non ò il caso di temere i Tartari; sono predoni, ma non soldati di prima linea. I Corsari di Algeri e di Tunisi non obbediscono più al sultano; del resto, essi sono dei pirati e non vogliono sapere di una guerra regolare. Fra Paolo da Lagni propone un attacco concentrico contro la Turchia. Dovrebbero aprire la guerra contemporanea meri te lo Scià di Persia, che secondo notizie dei cappuccini di Hubilouia aspetti» un'azione comune deU’Occidente, nell’Oriente lo zar di Mosca e il re di Polonia in Ucraina, l’impetaton' in Ungheria, la Venezia in Dalmazia. Luigi XIV di Franria, in rui particolar-mente il relatore colloca granile siteranza,1 in Pulitina o in Egitto, il re di Spagna sulle «-«iste di Harberia. il papu m'ITAn-ipelago. Il re di Arabia e i pascià di <|Ucl intese, coni** «incili di Siria e di Egitto, faranno adesione, perrhè a»|>ellami solo uu'occomì«iiio per liberarsi dalle crudeltà del (irati Visir. L'impero «lei sultano i* come un colosso o la statua di Xabuchodonosor, rhe imi e upp«-ua investita nel nome di Dio, signore «legli e»*eni!i. Se il papa, rileva ammonendo l’autore dei memoriali, non distrugge la signoria turca, sarà lo zar di Mosca a farlo. Ma vi è un grosso periciilo. I Moscoviti sono ostili alla Santa Sode, e i Greci hanno gli stessi sentimenti. Inoltre l'organismo statale msso 6 straordinariamente consolidato all'interno. La volontà dello Zar «lecide tutto. Effettivamente anche i Moscoviti potrobboro giungere al Mar Nero. Essi fiero andranno più avanti e domineranno alla Ano colla loro flotta i mari Caapio. Nero e Unifico, a danno delPOccidente cattolico-romano. Innanzi tutto è necessari«« agire presto. Non si può napoli andino a che i Turchi si siano aggiustati con la Polonia e con Mosca od abbiano ripreso Aato. Ma se la cauaa della cristianità deve ritrar giovamento dalla guerra, si deve trattare di una guerra santa. Si deve provvedere alla disciplina dei rostunti. specialmente per la bestemmia, il vino e le donne. Per il Turco la donna è sacra. Se gli ufficiali rristiani trattano oltraggiosamente le donne, il risultato sarà, rhe i Turchi deprezzeranno noi rristiani. Nella guerra di Candia i disordini morali delle lnip|«e rristiane sorpassarono ogni misura. Il papa deve, pertanto, emanare norme rigorose per i rostnmi. Fra Paolo da I.agm vedeva »iruramonie giusto ntenendo, che la Mezzaluna non era in grado di resistere all’attacco unito degli eserciti cristiani. Peraltro egli doveva avere stimata un po’ troppo bassa la forza di resistenza militare «Iella Turchia. Ia- relazioni rontemporano*' ammettono bensì la deradenza moment a - • r. M» Fu»«. aM4a 4M s«v». XIV. ». 3