Avversari del quietismo. 321* ( irdinale Cibo, e che l’autore di essa fosse fatto poco dopo, nel febbraio 1681, vescovo di Iesi. Già alla fine del 1680 si apprese, che l’attacco del Segneri era stato denunciato al Sant’ Ufficio; e. nonostante tutti gli scritti apologetici da parte dei gesuiti, nonostante l’intercessione del granduca di Toscana, gli scritti del Segneri e del Bellhuomo furono posti nel 1681 all’indice.1 Una confutazione di Alessandro Regio* dei chierici minimi regolari ebbe l’anno seguente la stessa sorte. Ma gli avversari del Molinos non si considerarono battuti. Il gesuita francese Onorato Fabri scrisse allora in Roma stessa, 'he il quietismo non otterrebbe mai un’approvazione papale, neppure se Innocenzo XI gli fosso personalmente favorevole, ciò ch’egli si guardava bene daH’afTennare. Il Molinos aver tutto da temere, esser necessario attendere l’esito finale.* Per un certo tempo sembrarono destinate a successo contro il quietismo le rimostranze delPoratoriano Marchese presso il cardinale Casanata. Per suo eccitamento venne fatta un’inchiesta presso i confessori di Roma circa gli effetti del nuovo metodo di preghiera; e i risultati di essa mossero il Marchese a compilare un memoriale. Fra i confessori interrogati non si trova nessun 'esilità; il memoriale del Marchese porta alla fine le firme di consenso di preti romani assai considerati, che anch’ersi sono tutti estranei alla Compagnia di Gesù.* Non erano dunque affatto i gesuiti soltanto a professarsi avversari del quietismo. Nel luglio 1682 l’Inquisitore generale di Broscia, il domenicano Cecalti, aveva •messo un divieto contro adunanze quietistiche; una circolare à tutti i vescovi d’Italia contro i nuovi mistici era progettata dalla Inquisizione.5 Ma, sebbene il confessore del papa Marranci fosse un avversario del Molinos, sebbene il vecchio cardinale Albizzi si pronunciasse in un memoriale contro di Ini,* pure nei circoli romani, da cui dipendeva una decisione, sembrava perdurare la tendenza favorevole al Molinos. A questo punto, del tutto improvvisamente e di un sol colpo, piombò su Ini il suo destino. Egli sosteneva nelle sne lettere, che d diavolo talvolta s’impadronisce improvvisamente dell’uomo e lo costringe aU’apparenza esteriore del peccato; c a lui toccò dimostrare col suo proprio esempio la pericolosità della sua dottrina. 1 C'ir. Tacchi Venturi nell’.trrk. dar. Hai. 5* «eri» XXXI (1903) 127**.; Hilcki». Inde* 551-563. * Vedi Dcdox 141 «. * Vedi ivi 147. * Vedi Di*don 156»»., il quale ha trovato il * memoriale nel ( od. I». 177 'Iella Biblioteca Vallicelliana in Roma. * Vedi Dcnox 161 ». * Vedi ivi 151. 154.