534 Appendice. le lumiere con »ina insolita novità senza esempio e riservata solo al ]H>ntili()uto di N. K'*; si nega l'Gxequatur agli appaltatori della Camera Apost. j>er vender l'aliane nel regno. Ciò è stato sentito da S. S,à vi visaìmamente e V. 8. non jwtrà dolersene a bastanza <»sti, i>erchè è un «omino torto, ohe si fa alla S. Sede ili metter sOlo in discorso la pretensione d'aprir lumiere nel regno di Napoli; ma il proceder de facto a negar l’Exequatur agli appaltatori della Camera Apost., dopo il possesso ch’essa ha in contrario, non mai interrotto nè controverso, è un’apparente violazione del giusto et un’aperta volontà di togliere alla Sede A|>ostolica quel che è suo senza riguardo di ragione. I/‘ stravaganze del Cappellano Maggiore e tant'altri pregiudizi della immunità e giurLsdittione ecclesiastica, le innovationi ftitte qui nella Dateria non sono inventimi del sigr. cardinale Litta, il zelo del quale è solo di sostenere i dritti della Chiesa, e non può conseguirlo con tutta lw sua virtù..., Archivio segreto pontificio, A'ttmial. di Spagna 136 f. 124-120. 12. Al nunzio di Spagna'. Roma, 13 agosto 1672. « I due discorsi fatti con V. S. dal conte'di Peneranda e dall'am-Imsciatore di Francia sono l>en ingegnosi, essendosi ciascheduno di essi presnritto il fine di tirar il Papa ne’ proprii interessi, l'uno esagerandone la necessità, l'altro proponendone hi gloria. Quando il He Christ“0 opprime gl’ eretici, fa risorger la fede sepolta in quelle provinole ed accresce i figliuoli e i sudditi all'autorità spirituale della S. Sede; non può Sua Beat"* se non render gratie a Dio di sì felici successi. All'incontro «dii simil paragone i |>regiuditii che si ricevono in Fiandra dal conte di Montereij «lopo la disapprovata permissione «lata agii Olandesi, indio gravezze ohe vuoU» imporre a i iuendìitinti, por trarre dalle loro povere sostanze gl’ aiuti da sostenere i ribelli a Dìo ed alla religione cattolica, sono troppo sensibili, e prevale tanto nel paterno cuom di Sua S,à il bene delle anime ad ogni altra qual sia forte considerai ione, che non saprei >!>*> dar luogo ai motivi dei pericoli o dei vantaggi temporali, .wnza un vehemente dubbio di derogare al obligo »lei suo quiksi divino ministero. £ verissimo ohe i principi uniti potreltbono non solamente resistere. ma assalire i Turithi per imprese assai più vantaggiose ohe non sono quelle, le quali risultano dalle gurtrre ohe tra essi si rimovono e si colt¡«ino di tempo in tempo; ma quanto sia difficile di comporne l’unione. I’es|>erieiiza l’ha dimostrato. Ciò che hora conviene è di pregare la Itonta divina che faccia rispondere il zelo ilei Be n**lla mortificazione di^fli Olandesi e iw»lla restitutione della lilierta ai feiMà. non permettendo die il fuoco piò oltre si stenda che a consumar gl’ eretici, nel 1 Ofr. Parte 1 di questo tot. p. 653.