Conflitto tra Bossuet e Fénelon, 451 Come spiegare questo strano contegno!1 Alla ragione principale sembra accenni Fénelon stesso quando, con riferimento alla sua rottura con Bossuet e alle conseguenze che ne derivavano, scrive:* * Parto per Cambrai » e con ciò per l'esilio dalla corte; « ho sacrificato ogni cosa limami e terrena per unii dottrina che io tenevo per vera ». Questa dottrina aveva fatto capolino alla sfuggita nella conferenze di Issy e nei 34 articoli non aveva lasciata alcuna traccia; egli accennava cioè al carattere della più alta virtù del cristianesimo, quella dell'amore di Hit». In una osservazione finale nel suo libro sui gradi decorazione Bossuet aveva promesso un nuovo libro, nel quale si proponeva di mostrare, seguendo la Sacra Scrittura e i Padri della Chiesa, che anche l’amore di Dio non può essere mai completamente disinteressato; l'aspirazione ;ul essere o diventare felice è l'incancellabile motivazione di ogni azione; un amore divino che non derivi da questo motivo è un'illusione e un'arroganza, il cui carattere innaturale può solo condurre al disprezzo della pietà.* Fénelon invece vedeva in qucstcalfcnna-zioni una svalutazione della più alta virtù del cristianesimo. Non v’è niente, egli disse, che egli non voglia fare e soffrire per opporsi a questa svalutazione.4 Oltre a ciò, per la troppa fretta dei suoi amici era venuto alla luce appunto allora un suo libro sul disinteresse nell'amore divino, cioè la tanto discussa « spiegazione dello massime dei santi sulla vita interiore >.* Cosi dunque Fénelon rifiutò la promessa approvazione al libro (li Bossuet e ne prese su di sè le conseguenze. Esse si fecero l>en presto notare.* Nelle conferenze di Issy la questione dell'amore divino disinteressato era stata soltanto toccata a volo. Inoltre Fénelon si era allontanato dagli scritti della signora Guyon, ma manteneva tutta la stima per la sin» persona. Ora Bossuet credette di dover vederi* nel libro del Fénelon una rinnovazione delle dottrine appena condannate, che egli riteneva assai pericolose per due motivi: 1° perchè si ap|>oggiavano 1 Cfr. ivi. * Première lettre à un de »e* am», 3 agosto 1697, ®irrw II 2S3. Confronta-Harent. loc. cit. 495. * La voce della natura e del Cri»tianr*imo. culi dice, c'arcordano in ciò « qu'on veut ¿tre heureux et qu'on ne peut pa» ne pas le vouloir, ni »'arracher ce motif dans aucune de» action» que la raison peut produire. .. . C'est donc une illusion d oter à l'amour de Dieu le motif de nous rendre heureux. Instruction pas t. sur le* état» d'oraison », liv. 10, n. 29. * « Il n'a rien que je ne veuille faire et souffrir pour résister k ceux qui ont entrepris de décrier cette doctrine » [deJl'amore di*int>TMaato). Deuxième lettre à un de se» ami», Œmrrtt II Î8S. Cfr. Harext. Ioc. cit. 497. 4 < Explication de« maxime» de» Saista *ur la vie intérieure >. * Sul conflitto fra Bowrnet e Fénelon cfr. Croislé fParigi 1N94); I>Et.-MONT (Lione 1896); BaüHgartser, tt'tlliHtraimr V 413 a».; WeiXaVD in Frrib. Kérekcnkx. IV* 1333 ».