Il iv di 8palina rinuncia alla libertà di quartieri-.	223
■im.1 Il papa, ilisse, non poteva tollerar«», che con tali alitisi Ruma venisse ridotta ad una Babilonia.* Ma tutto fu vano. Innocenzo incaricò il nunzio di un'ultima ammonizione, ina hi Spagna <i richiamò al fatto, che la Francia seguitava a goder del quartiere. Il papa rispose, che v’era tuttavia una gran differenza, perchè la S|).i.<ua superava assai la Francia nell'mtenftione della libertà di '(tiarticrc.* Allorehè il marchese ili Carpio fu nominato viceri dì Napoli. Innocenzo fece sul serio colla sua minaccia di non aerei tre un nuovo inviato prima della rinunzia al quartiere, (¡li ani-h. iatori spaglinoli, infatti, avevano talmente esteso il circuito •lei loro potere, eh’eMO poteva esser chiamato una piccola città. Inimeenzo f«*ce la questiono di che cosa si sarebbe detto a Madrid,
   « olà un inviato estero avesse fatto valere simili liberi àf ‘ La fermezza del papa produsse la vittoria: il re di .Spugna rinunciò si >|iiartiere.*
   t'osi non v’era ormai propriamente altra diflìcoltà. eh«* da parto <1> la Frauda. Nel 1084 nacquero incidenti, allorché un certo I>ra-p ••Ili fu arrostato noi pressi di palazzo Farne-.«* dalla polizia p micia e quindi gli sbirri papali furono trattenuti nel palazzo, li locenzo X.I se n** lagnò col re «li Francia e f«*ce notare, «-ho la Bl>ertà «li quartiere non era mai stata ri«*oii«»*ciiita dai Papi; un
    1 « • Con urrà«ione ehe In m tttini del liiovedi Miti» *i nnovò la l~>lla I' wm ¡tornimi con la «alenile ceretttunia nota a V. E.. ha eoo»éderato S. i*"
    jt. )|u cattolica per l awra*« e| il (omento ehe |«»ti al mantenimento «lei T-artiere in Itoma. rire del confina» illaqueata nelle m»an per la dupoat •»•<na del f »•, non I*», come per errore è arrilto nella lettera di V. E..
•	mollo piti |«er quello eh* ¿»»«-riamente ne dine il | SO*. Xé «affraca per e»i-■«ere il Kc da tale incursione o il ratio rbprtt i di non voler pregiudicare alle •*♦ reali prerogative o l'etetnpio di C| nello ehe (anno altri amt*a«eiat«iri, perché »unti il tnhanale di Dio ninna di qne.te ragioni »art di alcun momento. Intende !*. S*< che V. E. tomi ad insinuarlo alla M‘> *«* et al wint««nn-, i-«trbè, wbene vede per mperietua ch"c opera perdala, tuttavia ruol la sodi-•-‘atione di poter dire di non ha ver mai la . iato m» di amatomi*- •*. M» pel desideri« die porta della «uà eterna «Unte et anche dell* felicila temporale •la • de' «noi terni. conoscendosi per prora che questi inconvenienti erari*. *<*li irritano la divina iadignaUone ». Al natia in «lata 39 marto IMS. fce. eil.
    *	• • Non pB* 8. !to» abbandonar la caia di levate il quartiere, ne mai •» quieterà Ano ehe non rede abolita questa aboatinattone che impedì»*» ! ammmi'tratiooe della gioatilia e (a divenir (toma a tu Babilonia j«e» le tacitali 'anlaltre ralle ■iiaitrale a V. E. e da Ivi a rol*»H corte. Vaol pervi«« la
    !*aa che V. E non rmi lar Ir «dite Mule e d incaricarne la c^w urnaa del Re e de* amulii e di minacciate i (Ugelli della divina vendetta E «'■«termi par qaaalo ha gtt fapprveentai» ci rea la deterauaatmae ialteaMbiJ» di non voler g. ammetter nuovo amUasrtalur* ordinari» o straordinario «he «I*. *e prima no« depane acni pevxiem di radere li qnarltete * Al nana*» in data IS aprile |«MlS. ivi
    *	• Al a anata ia data 3 »»«le. IMS. tri.
    *	* Al aatuùo la data Si settembre e Hi ottobre 1**3. ivi
 ■	M* Mia IS.