340 Innocenzo XI. 1670-1689. Capitolo VII. scopo del congresso delia pace. La prudenza doveva regolare lo zelo nei singoli casi; per il beneficio della pace europea si potevano fare certe concessioni, che senza un motivo così forte avrebbero suscitato scandalo.1 L’istruzione per il Bevilacqua fu ancora più severa. In conformità a un divieto dell’inquisizione, egli doveva astenersi da ogni trattativa diretta cogli inviati protestanti; ove fossero necessari rapporti nell’interesse della religione, si servisse per questi della mediazione dell’inviato spagnuolo.* Tuttavia il Bevilacqua non era contrario allo scambio delle cortesie ordinarie; ma seppe, che i rappresentanti inglesi vi erano assolutamente con-t rari e che gli altri protestanti adducevano di non avere in proposito istruzioni dai loro sovrani. Por conseguenza il Bevilacqua comunicò il suo arrivo solo agli inviati cattolici. Allorché gl’inviati del Brandeburgo, della Danimarca e dell’Olanda si lagnarono del suo contegno, egli affidò la sua difesa agli imperiali e dichiaro ancora di esser pronto a soddisfare alle forme consuete di cortesia. Poco dopo, però, egli ricevette con un decreto speciale dell’inquisizione il permesso di aver rapporti cogli inviati eretici, « ove lo richiedessero la necessità e il bene pubblico ».* Ma con questo fu anche esaurita l’accondiscendenza del papa. Allorché l’imperatore espresse il desiderio, che il rappresentante pontificio assumesse al congresso la mediazione anche presso i principi protestanti, si ebbe un deciso rifiuto, nonoBtantoché il Bevilacqua propugnasse la proposta. Innocenzo dichiarò all’imperatore, che non conveniva in nessun caso al nunzio apostolico trattare circa gl’interessi di principi eretici in forma pubblica e direttamente. A una nuova preghiera di Leopoldo I il papa rispose di non poter allontanarsi dalla condotta dei suoi predecessori e dall’antica disciplina, mai mutata, della Chiesa; il nunzio poteva immischiarsi negli interessi degli eretici, solo se vi fosse speranza assai prossima, che ne venisse un gran vantaggio alla religione cattolica.4 Con questa condotta, però, certo da persona di carattere, ma di scrupolo eccessivo, Innocenzo XI si lasciò sfuggire l'opportunità di fare al congresso da mediatore della paco. A questo punto di vista corrisponde anche il fatto, che dopo la conclusione della pace, a cui il Bevilacqua aveva collaborato lealmente, si ebbe una protesta solenne del papa contro la conferma, contenuta nel trattato di pace, della pace 1 Vedi l’i«tnuione do! 20 febbraio 1676 preoao Hii.tebr\m»t in Qmtfle» u. Forse/). XV 366, n. 3. ’ Vedi ivi 367, n. 4. ’ Vedi ivi 36S. Cfr. «opra p. 50. * Vedi IIii.tkrkax r>r, loc. cit. 368-370. Allorché nel 1686 il duca di Br»un*ohweig venne a Roma colla sua famiglia, Innocenzo XI era dinpoaitn Milo a concedere un’udienza privati«ima. ragione per cui la viaita non avvenne pilli vedi .4rc*. «ter. Loimb.. 2» »erie VI (1889) 40, 45.