4S2 Innocenzo XII. 1001—1700. Capitolo III. in Olanda per affari del suo vicariato, fece giungere al papa delle lamentanzo sulla costante diffusione del giansenismo in Olanda:1 esser giunta l’ultima ora per intervenire poiché più tardi non -ù potrà più sradicare la setta. Era dunque inevitabile che la causa di Oodde venisse di nuovo trattata in Roma. A ciò diede la spinta decisiva Codile stesso. Due gesuiti, Aerts e Verbiest assiemo al parroco Yan Wijck avevano compilato un libretto sui progressi del giansenismo nei Paesi Bassi. Un terzo gesuita, il francese Doucin, il quale in occasione della pace di Rijsvijk aveva accompagnato all’Aia l’ambasciatore francese conte di Crécy, tradusse la pubblicazione in francese e la stessa poi venne riprodotta in altro lingue «1 ebbe la massima diffusione possibile, specialmente a Roma.* La pubblicazione foco grande scalpore e provocò numerose confutazioni.* Codile credette opportuno di accusare in Roma la pubblicazione come un calunnioso libello diffamatorio.4 Però se ('gli aveva creduto che ne seguirebbe subito una condanna nel suo senso, si era ingannato. Il papa destinò otto cardinali, quattro della Propaganda,4 e quattro dell’inquisizione ad esaminare le accuse; in seguito alle insistenze di Dn Vaucel, a loro vennei-o aggiunti ancora altri due, l’uno dei quali, il Cardinal Casanata, era molto favorevole a Codde. Dn Vaucel procurò di tirare in lungo le discussioni più che fosse possibile,* anche Henne bel, il rappresentante dei giansenisti di Lovanio, doveva lavorare per Codile, ma con la sua indolenza e dissipazione provocò l’ira dei suoi amici.7 Frattanto comparve una pubblicazione di Quesnel contro Doucin ini un'apologia dello stesso Codde, la quale venne stampata nella tipografia apostolica.* Finalmente due anni dopo la sua costituzione la congregazione dei cardinali tenne il 25 settembre 1691* una discussione generale di 5 ore e decise d’invitare il vicario apostolico dell'olanda a comparire personalmente in Roma.* Durante la sua assenzi» dall'olanda. De Cock sarebbe il suo sostituto e il nunzio di Bruxelles doveva indurre il Codde a fare egli stesso la nomina; solo quando Codde si rifiutasse la dovrebbe fare l’inter- * 11 27 novembre 1697, ivi 293 *. * J<1 ¿moire touckant le progrè# du Jan*f»itme e» BoHandr, Coloni» 169S. Sul libro efr. H. J. Allaro in Studien XXXIV (1890) 25»».; SOIIIIERVOCEI. I 01, III 161. VIII 5S6; Brccksk in Diet. de Ihrol. cali. IV (1911) 1*00. * Vedi SoKNXRVOOKt. Vili 586». * Homi 1 297. * Il 16 moggio 1698, ivi 299. * Lettera a Qnesnel il 20 dicembre 1698, ivi 3* 0. * fri« Ivi 300 ss. * Ivi 305«». * Ivi 308-311. Il verbale della «eduta del 25 settembre 1699 e la cilaiiooe a Codde ivi III 8««., 10«».