«2 Innorniso XI. 1076-1080. Tallitolo II. |ht i Iti.numi antichi. L'unica porta aperta era offerta dall’Armenia, iiui il re «li Penda proeeenhè i Tartari di Samarcanda e il Gran Mogul idi potevano procacciare molestie, e perchè con i principi crini inni non ti poteva stabilir«« che un debole collegamento. Se, pero, hi sp**lizioiie contro i Torchi da parte dell’inipero moscovita, con cui la Penda confinava ad Astrachan, prende««» un andamento felice, ni poteva presumibilmente persuadere lo Scià per lo meno m stimolare i principi georgiani turni tributari a «correrie, ciò che avrebbe »vitto poi per conseguenza la guerra aperta.1 S<» anche h* notizie dalla Persia non permettevano precisa-mente aspettative troppo grandi, tanto più si credette a Roma di poter attendere da Mosca. Lo zar Feodor dal marzo 1677 era in guerra con la Porta.* la prima tra Mosca e la Turchia. Kra lecito dunque ammettere, che in simili circostanze egli non fosse* alieno da litui lega colle potenze occidentali. Però, non sembrava nu-co-mandahile per la Santa Sode intraprendere pii»si diplomatici in questa direzione. Pochi anni prima Alessio, padre e predecessore di Feodor, aveva cercato invano di allacciare raparti con Roma.* Allorché, cioè, nel 1672 la Porta minacciò la Polonia, Alessio riconobbe lieti») di essere obbligato dal suo tnittato di Andrussow del 1667 ad aiutare il suo vicino occidentale, ma temè |»er il «uo proprio itu|M>n> e cercò pertanto di ottenere il concorso del pa|w ]>er una crociata geltende della cristianità contro la Mezzaluna. Ma l'ambasciata dello scozzese Menzies a Roma non ebbe risultato, perehè il vecchio Clemente X e suo nepote Altieri tennero un contegno negativo. L’Alt ieri non volle accordare al principe moscovita neppure il titolo di Zar. e ciò significò la reituni diplomati»» con Mosca. Ora, tuttavia, Innocenzo XI poteva far rilevare, ed egli lo fece infatti espressamente, di non aver mai approvato la politica russa dell* Alt ieri e di avere alloro fatto parte, col suo attuale segretario di stato Cibo, di colon», che votamno per l’occondieoen* denza nell'allure del titolo.* Nel frattempo egli non aveva cambiato U suo punto di vista. Il liene generale, cosi egli faceva dare istruzione il U marzo H»77 al nunzio Martelli,* stava al disopra di simili cavilli. Il nunzio doveva entrare in rapporto col Gran principe. 1 II IVap« «I Bnonrul, uri dt«p*«w BaonrW al Cibo «M 21 morrtn-bn> 1677, Ivi. * Cfr. ZlüUWU V 63-67; E. IIUUUOÜX. tinri. d»» rmt». Sfatti III, Hamburg IMA. 700-711; t 2» 13; b notuir di Mbmii «al trndimruto di ni l'wcinlo notrorìu m rapar*, arila »«a Wtun a*iliaiio ruteno, preposto da Rotua per acconipiHMiare l'ambasciata pohu-(*a a Mosca e contcui|torancuiiiciitc dis|M-nsato da essa dal di* Kiuno e dall'abito monastico, fosse sostituito da un italiano.* I)o|h> che tutto il piano venne sottoposto iu giugno ad un consiglio c.mlinalIaeca di l^e««|>oli dell'aprile 167H oigli inviati russi attesi cola. Fra i membri «Iella dieta polacca, secondo • he dava notizia il nunzio pontificio, la disposizione per la lega «•ou Mosca era buona.* (juaiido. pere, giunsero «li là gl’inviati, dichiararono di non essere venuti per «-»includere una lega conire i Turchi, ma Milo per prelungare di altri due anni l'armistizio di Andrussow. IH una mediazione papale n*»n tollera saper nulla. IM resto a Mosca, essi dicevano, non si ero abolii da una lega, ma solo a condizione, che i l’ohi«ehi e i Rossi si gettassero wparatamente •ni Tarehi e i Tatari.* thf si «lebba credere ona notizia poste-nore, trosmcAsa a Vienna «lai residente imperiale di lostantino-p«di e di U ritrasmessa in Polonia dal nunzio Hoonvisi, gl’inviati moscoviti sarebliero «tati ad«liriltura sprovvisti di qualsiasi plenipotenza.7 • Il Martelli al Cibo, la data 1« aM» 1*77. 1*1 491 s. • fi Max tri li al Ubo li 2t nucpo 1677. tri 4M*. • Pmuxa 71-73. !*all lario «M Poaarsrtao Hi la ptumu «»pera. voi. IX 713 a*. • Cibo a HaoortM. il 7 mai» IS7S. ia BnlOI I 4M *. • Il MartaOi al Ubo, I li aprile 167«. m M7-4i» • Il Martelli al Cibo. U I» «pcilr Ut*, in ««O 4M • Il non vm a Uartriti il !• taa«0o Ili», in 4M. a*>«*d» va e*pr*w*» drl H»U*SI» mpmalr di « ortaaUaopnii a liifililn I.