4tl Innocenzo XI. I«7ii 1*18». ('apitolo II. il nunzio ••un tutti gli onori.1 Il 1° giugno il liuvilaequu, » notte, rifiuto solo da pochi,’ entrò a Nimega1 con un seguito di più che fio |M'none, ir» cui il Cationi e due controversisti.* Due cappuccini furono du principio labiati ancora da lui a Kleve per misura di precauzione, per assicurarsi prima, che potessero mostrarsi a Nimcsia senza impedimento. Un gesuita spaglinolo, infatti, aveva poco tempo prima suscitato un troppo grande scalare nella città eolia sua veste lunga.* Il Bevilacqua era il primo rappresentante del papa, che duini la scissione religiosa calcasse no v amen te il suolo olandese. Saint Disdier, il setnetario del capo della delegazione francese al con-gress», M'Kstrades, ha lasciato una descrizione perspicua dell'accoglienza fatta al nunzio pontificio da parte della popolazione di Ximcgu. Il fi giugno a sera, egli riferisce, vi fu dal nunzio alle ore fi ricevimento degli inviati im|K>riali, alle 7 di quelli fran-••esi.* La curiosità della cittadinanza, questa volta, fu assai grande, perchè la gente volle a tutti i costi vedere, com'era fatto un nunzio. Il borgomastro della città ed un gran numero di |>erooue avevano occupato le llnest re dell«' case vicine per osservare il nunzio, quando 1 lllLTtHUSDI ia ira as a. l.autorr doli'* Iti rutilo ne dico (f. 130); • Averta di non condurre frali «oro di qualsivoglia rei ut •«•ne. perchè in qaei «orti di pani non raparono, o no parto por eapenonsa * Il Bevilarqaa ebbe tentare doti acco«t»cnia ohe le dopatauotu prole-«tanti avrebbero fallo alla aaa vlatta. Avendo notalo, ebe aarebbe riunla loro «gradila. reti ni ritenne eaenlalo dal dovere di ptneaUm ad «a». Kgl< rotnunirù il »olivo della »«a .-ondolta alle delegazioni cattoliche. te quali lo ditmero anebe mnlilaSMiU di truolo alle lagnanze degli inviati danno, bran debaqWa e »dandroi per canore dati ignorali da lai ( Bevilacqua a «ibo, 4 e 11 (lagno 1677. pw» IIilimhu*i>t. l'tràràr 367. n 3. 36.4. a. II. Xdla •M * rotazione Anale tl Bevilacqua dice: • IVr rorriapoadore alte coricate, rbe avevo ricevale nel «io viaggio da' auniatrt d alcuni principi p<4Mtaab. •liutai bone dicbiararmi. ebe aarei alalo pronto di praticare la dovalo rtvilu con I miniali! de principi eretici ogni vulla rbe avmi avaia tte mezza di rtcovocv la dovala corr*»ponden*a a. (Are*. ¿171 I. * a.. Hibliotera Vali-c a n al. r»hiwa» Anale del Bevileeqma ai trova inoltre ivi nei Hmr*. ¿176 I I 73. (Ubi. I6&&. tri. e nell A re bivio aegieto poni iti rio. «Uretra» IV £Mb. » 3. f i «3*. V.aeWI II 13». a. 47. Il Ingato pontificio al congre**o di Xiiuegn. 47 avrebbe ricevuto gl'inviati alle carrozze e li avrebbe riaccompagnati. Egli comparve portando una semplice veste violetta con doppia striscia rossa ed unii croce tempestata di diamanti. Del resto egli usava andare in veste corta. Il popolino della campagna, tanto cattolico quanto protestante, veniva numeroso durante il giorno a Nimega. I cattolici vi trovavano il loro couforto spirituale, e gli altri soddisfacevano la loro curiosità di vedere linai-mente un inviato del papa, ili cui i loro ministri «ti religione avevano loro abbozzato un quadro spaventoso. La municipulità di Ximega, che face inoltro quant«i era in lei per la libertà «l«*l culto cattolico durante il congresso, compiè poi anch’essa la sua visita al nunzio, con alla testa il primo borgomastro signor Weldereu.1 Il Bevilacqua, rispondendo all'indirizzo di saluto del b«irgomiu«tni, osservò, ch'egli desiderava gli fossero resi dai protestanti gli onori come a«l un inviat«i laico, e che soprattutto era suo d«*siderio di aver rapporti e colloqui con i rappresentanti inglesi, a fin di poter lavorare insieme con loro per la pace. Quindi invitò a pranzo i consiglieri municipali e li tratto dflroraaaineiite alla guisa italiana con sei portai«- e vini diventi. Si scuso di non assistere egli stesso alla mensa per una inl priaripaliMisae «mu proibtuooe dei daolli. protbtzmoe di portal* anal o di vagaboodare di Mtlr pe» il peranoale interiore. Traagn tamal. «Mae paro riar e liiagi. veogoo» paaíli. «onza dailinsione fr» aoniaun o aggrediti. coa il raogedo immodialo dal terruuo IVr oflrae a genir d'altre naziooi nao inoltre ttabdil» peae apertali. la can di azaezazz contra |a t gri lanaU il «dpevole. dal momento delt azrooe pantbilo. ceana di lar parle do« familiar) dell uaUvulore o viene-nwiaa» alia poluta nitaduxa Ove asile tirad* atiellr t’iaroalrtaa vario carrozze. deve redore «taipre il paaao qaeila ebe la pa* faro pía fácilmente, coa qaeain. peró. non deve eaeer pragiadtrala a—asi «ilaastone di prevedeoza. * II ribo al Bevilaeqaa. 3« maggw» e 90 gMgno 1677. cfr l'lbo al llaoavtai I* laglto 1677. ta fkussi I 376. 2W. 3»4 *