Accuse contro Codile. 481 Più impressione che il rapporto di De Cock fece su Inno* cenzo XII un memoriale anonimo che entrava in maggiori particolari.1 Ora della vertenza dovette occuparsi una congregazione di cardinali, la quale diede incarico al suo presidente cardinale Alfieri di avere più esatte informazioni oltre che da De Cock anche dai nunzi di Colonia e Vienna, che avevano prima diretta la nunziatura in Bruxelles. Ma nè l'uno nè l’altro stavano ora in immediato rapporto con la missione olandese;1 perciò ebbe importanza soltanto la testimonianza di De Cock, la quale per l'imprudenza di un cardinale cadde nelle mani del giansenista Du Vaucel e divenne ora per il De Cock l’origine «li odio e persecuzione da parto dei giansenisti. Il cardinale Alfieri infatti lo aveva insistentemente ammonito di dire diffusamente tutta la verità e De Cock aveva obbedito.* Furono specialmente cinque punti che ora vennero in discussione in una speciale congregazione di cari li nuli: le opinioni f roppo libere di Codde circa il sigillo della confessione, la non pubblicazione delle 31 proposizioni di Alessandro Vili come della proibizione romana contro il libro del Neecassel, l’accusa che i sacerdoti benemeriti ed anziani venivano preferiti solo perchè alunni «Iella Propaganda «1 infine che si indicavano come valide solo le confessioni presso il proprio parroco.4 I cardinali della congregazione * e specialmente il relatore cardinale Albani erano favorevoli all’ac-cusato. Du Vaucel ottenne che Codde non dovesse presentarsi personalmente a Roma ed ebbe l’incarico di comunicare egli «tesso all'accusato le accuse. La risposta alla seconda, quarta e quinta venne riconosciuta come sufficiente, negli altri punti venne dichiarato necessario un ulteriore esame.* Il giudizio non era stato splendido per Codde, ma era tuttavia una soluzione appunto perchè non era una condanna. Essa parve aumentare l’ardimento dei giansenisti i quali nel loro orgoglio arrivarono al punto che certe comunità si videro indotte a cacciare i loro parroci giansenisti.’ A Roma arrivarono nuove lagnanze sulla situazione e specialmente un vescovo missionario, che si trattenne 1 Ivi 282. * Ivi 2»«. » Ivi 2*4-28«. * Ivi 28»*. * Erano Altieri. Barberini. Carpine to. CaMUiala, Nerii, Colloredo. Iri 288. * « Quantum ad I punctum: Kraminetur in Conjtregmtione 8. Officii, ut ptaewribatur. quid «ervandurn *it. Ad 2: .*atu iustificat *e. Ad 3: Meliti* m> iu*tificet. Ad 4: Non e*t reperto» culpabilm, licet ex numero alumnorum. qui tentantur in favorem I)om. Vicarii. quinque rei uri paruri, fareant in «■ti* responsionibu». Ad 5: Videtur «utfirienter re»pontiere ». Decreto della coiutreguione particolare del 13 gennaio 1693, Motti I 292. Codue dice poi « Yiearium in omnibu* inculpabilem «wc reperì uni ». Ivi. * Ivi 292». P»»roa, «torte iti t’am. XIV, t 31