La pace di Rijswijk. 405 li mento solo avrebbe permesso una lotta energica contro i turchi. Ma tutte queste premure rimasero senza effetto. La Grande Alleanza s’era tenuta assieme a lungo. Solo il passaggio del duca Vittorio Amedeo di Savoia alla Francia le causò un danno sensibile. La Spagna e poi anche l'imperatore si videro ora costretti a concludere per 1’Italia un armistizio. Benché il papa fosse direttamente interessato nella liberazione dell’Italia dalle sofferenze della guerra, onde non cadere in sospetto di parzialità per l'una o l'altra parte, s’ora tuttavia limitato a raccomandare una pace generale e, soltanto dopo la conclusione dell’armistizio, su preghiera della Spagna aveva raccomandato a Vienna di aderirvi. Che questo contegno del tutto corretto venisse male interpretato dagli imperiali, lo doveva profondamente addolorare.1 Le truppe che in seguito all’armistizio d'Italia divennero disponibili diedero la prevalenza al re di Francia nelle Fiandre e in Catalogna, ma egli non pensava a servirsene che per ottenere una pace favorevole. Siccome Luigi fece grandi offerte, Guglielmo III e poi anche l'Olanda, colla mediazione della Svezia avviarono i negoziati. Alla fine anche 1’imperatore non poteva opporsi. Cosi il 9 maggio 1699 nel castello di Nieuwburg degli Orange si venne a quel congresso della pace che prese il nome dal vicino villaggio di Rijswijk. Nella lotta diplomatica i Francesi sfruttarono così abilmente la inclinazione alla pace delle potenze marittime, che l’Olanda. l'Inghilterra e la Spagna il 20 settembre Armarono la pace. Guglielmo III venne riconosciuto come re d’Inghilterra; alla repubblica neerlandese vennero concessi importanti vantaggi commerciaU e la Spagna ricevette di ritorno la maggior parte «li quello che aveva ceduto alla Francia, poiché il re francese calcolava di venire fra breve in possesso di tutta l’eredità dell’ul- * Lettera al Nunzio di Vienna del 14 luglio 1696: < N. 8.. e come Papa e come sovrano, ebe ha tanto stato in Italia e «opra tutti gli altri, • come tale ancora che deve goder molto della quiete e dei vantaggi di essa. poterà ado-perarvisi. Nondimeno col traguardo principalmente di non mostrar di pender» più da una parte che dall'altra, e per non darne il minimo sospetto, non si è voluto mai avanzar ad altro in tutto il corso della presente guerra, se non che in raccomandare e procurare, per quanto li ai è reso possibile, la pace generale e la quiete publica dell'Europa. E se nella presente congiuntura, che 8. Beat“*’ sente già conclusa la particolare accennata, non (osmi stata supplicata a passar uffici colle M. Mt* Austriache, e che aneh'esse concorrano ad accettar la neutralità in Italia, non mai ri ai sarebbe diapusta: siccome non mai ancora ha havuto fin qui il minimo rincontro della trattazione di rasa, che pur da molti ai sospettava. Onde si fa un gran torto alla S** Sua a crederai dirersamente anche per la somma particolar dilezione et amore, eqn cui f rimirata da Sua Beato* l'augustissima casa». .VaarMi. A Gtrm**»«a 219 a., 16? a., A rchi * rio segreto pontificio.