.Sforzi del papa per il proseguimento tirila guerra •ntiturca. isti mno ugualmente infruttuose. Il Croiiuiy insistette sulla opposizione dell'imperatore a qualsisi compromesso; dopo la vittoria «ui Turchi t'irli si volgerebbe contro I» Francia, la qual«* doveva pensare alla propria difesa.1 Tuttavia il papa continuò nei suoi sforzi pacifici,* ma senza risultato. In dicembre la Spagna risposo alla forza colla forza e dichiaro guerra alla Francia. Allora il nunzio parigino Rauuzzi ebbe incarico di far da imnliatore almeno por un armistizio. Egli doveva rappresentare con più insistenza che mai al Croissy, al Pére La i'haize <*«1 al re medesimo, che la circostanza favorevole |»er abbattere completamente i Turchi non doveva essere trascurata; I>io stesso voleva la guerra contro di Ioni, ed egli sicuramente inlliggerelilio le punizioni più gravi a •pianti le facessero ostacolo. Il Rauuzzi doveva parlare con tutta l > nergia possibile, perchè il pontefice quale padre comune aveva l'oldtligo di parlare lilierumente alla coscienza dei principi ili ¡•tiare cosi importante.1 Allorché il Ranuzzi alla line di dicembre propugno, nonostante la dichiarazione di guerra, un comprimi«**»o, U ('roissy gli rispose, 1 he l'imperatore pensava a far pace con i Turchi per avere quindi mano libera contro la Francia.* Ma non era cosi. Per verità, un inule procedimento era stato caI«l«»ggiato neU’ottobre a Vittima da un partito s«itto l'influenza «leU'inviato »pagnuolo; ma il Itiionvisi f«*«■«* opposizione «-«in tutte le sue forze a sìmili tendenze. *cnza curarsi del pericolo «li essere acciiMtto di simpatie francesi; anzi, egli miniHi'iò una sospensione «lei pagamento dei sussidi •la pari«» del papa, ove l'imperatore impegnasse !«■ sue anni in -tppogjtio «Iella Spagna.* Innocenzo approvo «completamente, giac • hè quale piulrecomune della cristianità «teli non poteva ammettere. • Vedi U irliiKW del Kanuui dei itrtinnUri l«»3. ivi «43 • Ymìì Cibo a Ranusii il le ottobre r t «*o*rfnbre tftuj. «n H<> l una rhr I altra partr a no« pnW una rati beila • ttw». V imi ir però X. 8.. rbr riia dir» in anta» tato ma ««ni librila al l’adr«-U • tiaw al «àt di Croia»* rt ai Kr anlmn»o rbr I»k- «aol la carroa roatn» il Tarro. r rbr mandria pitMuai rart«lu a tutti q orili rbr in qualat »"«Ita modo ri apporteranno imprdimeoio E * iaraiira a ir« di pai Urta q orati pimn l-rnnut. prrrbr «a Balta bmr. rbr M ai trota il pia drilr *o»tr rbi parti a i pnnnjn eoo la dora«« Hbrrt». la qaalr nmiimr priori pai »rat» ai drbilo rt atta qualità di Padre ntaiar. cbrJU wMimr orila rbina. "»w«» ta un altare di tasta Mpattaata. rt ia «ai <4 ha dalia ««a una »«»«i (iarta premura ». u ri« di Ob» a Kanurai SI dwoatbw IMO, '••;■<•< * fmn* ITO p. Ina. Atrbiti» »«(tri« p o a « 11 i e i o». Sttnilmralr H I* dtmabr* IM3 al Meiltm in Madrid!. redi frn.«*«i III MI. • Vedi U reta*tour dei K*»« Mt 4ri 9»darembr* IMO. ia IPotai III MI. • Vedi la reiaaoor drl Raoat if dei 1« ottobre IMO. ia (’'aaaaót. Immm-•nt« Xt «* Or. inoltro la reiaawni dal • ootarlai ia Kutr M2. n. t.