lunorenso XI. IHTtl 108». Capitolo V. a piccoli gruppi sparpagliati. Tutto questo rafforzò Luigi XIV od Ì suoi millilitri nella persuasione, che per suggellare la dint razione completa ilei calvinismo non c’era da far più che l'ultimo pa-->o: la revoca dell’editto di Xante». Questa avvenne con un editto r<-datto dal Le Tellicr e sottoscrìtto da Luigi XIV, dopo modifica «ione di qualche punto, a metà dell’ottobre 1685 a Foutainebleau. Ksso entro in vigore dopo essere stato registrato il 22 ottobre dal parlamento di Parigi. Le disposizioni principali erano: soppressione di tutti i privilegi concessi da Enrico IV e Luigi XIII, proibì rione di ogni culto calvinistico e di tutte le scuole calvinistiche in tutto il regno, esilio di tutti i predicanti non convertitisi, ricompensa ai convertiti, amnistia e restituzione dei beni agli emigrati cherim palliassero. Il re giustificava la sua misura dicendo, che dopo conversioni in massa alla Chiesa cattolica l'editto di Nantes non aveva più ragion d'essere.* Poiché questo passo venne accolto in Francia con entusiasmo, in alto e in basso. Luigi XIV sperò tanto più, che ormai anche il papa cambiereblte d’idea a suo favore in tutte le questioni con trovane. (ìià il monarca vanitoso si vedeva in immaginazione esal tato come un nuovo Costantino. Al tempo stesso egli reputava di possedere, quale ricom|>eusu per l'estirpazione dell’eresia in Francia, un titolo u concessioni nella questione delle icgalie ed al riconosci mento od almeno aU'upprovazione tacita degli articoli gallicani. dapprincipio «io» et» favort-volc allr « Dragottnadr* ». Ma anche m> »1 m» noti nmnwtTi 1« particolari ti tiri procedimento crudele. ne *rpp* prrt ibbwlMU r nr approvò anrhe troppo. Il Foucault «rivf; • Il il|. do louvota ini ha inlor malo. Il rr volere che i dragoni rimangano pr»»»o i nobili tinche »«ano ronvet lili, e rhf li ai lanci lare tulio il duoidifir rb» | i xmo ». | Mtm. dt X. I*. Fot-CAULI 30»). • Ctr. E. IlKNotst. fluì, d* r Jtdil rf* Sa»tn, 3. voli.. IMI! 1693 ISft&. ni tiri n> Ira mw« ai* Im maralÍM dt TF.Jtl dt .Vaili». S voli., I*an*i 17SS; L. Ammur. th la mwulKMi dt r Udii dt Xmmlt». Parvi 1*79. SaMKUi. Ih* ViynMtln mmd dm* Adill tn Xmmlt*. BmUna liuti. Sctiott. ih* Am)irfruaf d** Will» ro» .Vnm. Hallo I **-». (ìlatUI nrl> Slimmrm mm* Mmnm l,mmrl XXXI (IKS«) SSSa., 400a.. 51»*.; ZtuutR*»" nel JiolMil I»11. Il 134 a.: ItallUi. Tk* tlmfmrmmla mmd Ih* Rrrmrmitmm mf U* Kdtti mf .'»al*». 3 voli., New York l»9&; Viu i * la Butti nel péti, «f» ImfMifm* Iti. l’ariri 191». 1033 1047. N diruto del re di ritirar* i pritdirti ri«Kwi dai uh» pr ed ere—ori. anrbe a preacindcte dall» BWrmw Tlolam»1 deU ' Kdillo per parir dei ral vintali, il Crocio dir»: < N orini liti, qui Rrfo? malorum «ibi tnponunl vorabulum. non e«»« illa tendera. *ed regnai ed irla oh publican tarla militatesi rt revoca bilia, *1 aliod Nfilat pabUra ulilila* «naacril a. Kurli rfunuM 33). I.'altra qurattan«. mm alla CUna laltdiM non derivò piti danno ebr vantaggio dalla m nutra. tèa ««Ila «a viojmra » dnrrjta litui dannoMBHilr culla r«tn)n»u paerfka rrft. hr»r I 17* sa RAw. Aramlilni III 2SA a.), ai potrà riaolvev* ademalivaatealr. hult't PrAVX tarila Kit. kM, XXIX |l***l 24 J «a.»