Condanna e prigionia di Molino». 333 La sentenza fu di prigionia perpetua.1 Dopoché la sera del 3 settembre le porte del carcere si furono chiuse dietro il Molino«, nulla si seppe pii» dell’uomo una volta cosi esaltato, se non la sua n irte, alla fine del 1696.* Il 4 settembre 1687 dovettero ancora abiurare e ricevere la sentenza per i loro traviamenti taluni seguaci del Molino«.* Nei due anni successivi si parla ancora spesso di arresti a causa del q uotiamo; questa sorte toccò perfino ad un teologo del cardinale Azzolini.4 L'arcivescovo Palafox, trasferito nel 1685 da Palermo a Siviglia, era guarito del suo entusiasmo per Molinos, e lo dichiarò flesso in una pastorale pubblica per un ipocrita, che aveva saputo nascondere con malignità diabolica i suoi errori e abboni ini.* Anche Innocenzo XI aveva abbandonato da lungo tempo la su» prodilezione per il mistico spaglinolo. Si deplorava a Poma, che in questa, come in altre faccende, egli si fosse fatto inganmiro da falsi consiglieri.* Una Rolla pontifìcia del 20 novembre 16M7 con* «i mnò solennissimamente le 68 proposizioni stimmatizzata dalla Inquisizione.7 Il Segneri potè ripubblicare il suo libro antecedentemente proibito contro il quietismo con modilicazioni secondarie.» Una conseguenza penosissima della condanna dello spaglinolo fu per Innocenzo XI, che ora divenne inevitabile un procedimento '•ontro un cardinale della Curia romana, il Petrucci. Pier Matteo Petrucci, nato a Iesi nel 1636, entrato nel 1661 iiell’Oratorìo di Filippo Neri e consacrato proto nello stesso anno, aveva acquistato un gran favore tanto presso i fedeli quanto presso i vescovi della sua città natale col suo zelo nella cura dello anime. Cno di quei vescovi, AJderano Cibo, era adesso segretario di stato •i'Innocenzo XI. Il Petrucci pubblicò la sua prima dissertazione ^'trotti ri ferine«': « Molino» Henna punto smarrirsi »tette intrepido nel paleo ron faccia tonta, come w per un’altro si fow* fatta tal funtione ». * Testo della sentenza in Anal. iuru ponlif. VI (ISfi3) 1634 »*. * Vedi Peno:« 249. * Vedi Lakmmf.r, Melrt. 410 «a. (fratelli leeoni), 412 a», (sentenza contro d «egretario del Molino* l’efla). * Vedi IH: don 232; • Arrigo JVareMvtli del 27 settembre l«S7 (loc. cit.): * In questa settimana molte donne, che starano nelle carceri del X. Officio * causa dell'oratione di quiete, hanno fatta abiura privata, e poi sono state ¡(centiate. e tra queste vi era la principale, la quale veramente ha dato segno tra l'altro del vero pentimento. Vien detto che habbia domandato d‘e*sere penitentiata per li suoi gravi mancamenti, desiderando la carcere perpetua ». * Vedi De Dos 234. * Vedi • .Irriso dei 22 manto I6S7 (Archivio di Stato di Vien-n •), che indica i » barboni » (• come q(Ù hoggi si chiamano quelli, i quali r*»n una falsa et affettata santità compariscono in vewtinientis ovium ») per quelli, che ingannavano il papa. Cfr. anche * A rrt«o MarrmoUi del 8 »ottoni-hfe |««7. loc. cit. * H*U. XIX 774». ’ Vedi IIltCKM, IndfJ Mi