172 liiiHH-rtixo XI. I87B Itisi). Capitolo III. ottener« qualche rosa in proponilo.1 Alla (ine ilei 168.> dichiarazioni de] f*roi»ity non potarono flit* confermarlo in questa opinioni-. Ciononostante «*gli f «•<••' ancora un tentativo con Luigi XIV’; ma. appetta ebbe tiNvuto castamente la questione lorenese, il re dichiaro reciso di non poterne parlare. Il Kanuzzi ribattè, ch’egli aveva parlalo di quell'affare solo perchè la soluzione ne sarebbe «tuta onorevolissima |H*r Su» Maestà; ina Luigi XIV troncò, mal contento, ogni spiegazione ulteriore.1 Tuttavia a Homa si persiste a voler trovare una soluzioni*. Nel luglio 1085 il papa fece »ondare la corte «li Vienna, se non fosse possibile una separazione ileliniiiva della Lorena; il «luca Carlo avrebbe certo potuto esser compensato altrove, colle conquiste «-he si farebbero mediante l'aiuto del le di Francia,* Il Buonvisi propose di compensare il «luca, anzi<-hè colle future conquiste, colla Transilvania. Ma i ministri «lell'int perai ore e sopratutto Carlo di Ixtrena stesso declinarono risolutamente «piesti progetti «li baratto, a cui tuttavia Innocenzo tornò di nuovo negli anni prossimi.4 Al principio del febbraio 1080 il Croissy dichiarò al nunzio di Parigi, che non c’era da pensare a una rinunzia al ducato loreiiese «la parie «Iella Francia: la sicurezza e il liene dello Stato erano contrari. Il Kanuzzi obbiettò, che il «luca Carlo «loveva esser «lispost«» a rinunciar«« all'una «i all'altra piazza, ma non a tutto il ducato.* Nonostante quiete oscure prospettive, il Kanuzzi ebbe 1 * lUitujui al riho in data 24 gennai» IAM5. il Ranuasi mette in dubbio qui la pomihilità di un mirwno. • emendo troppo Ama la mira, che qui li Ita di ritenerla per le i-on«eguenie rhe porta nero, in r«guardo alle roec del lieno. il etti acquisto è (orai il fine «Ielle applica*ioni predenti di queata corona. Il Mmiatro dell Imperatore ulliiuanieiite Tenuto, mi ha detto di haver ordine di lare iataiua per l'accennata m>titottone; onde io alari» «ollavviao per coadiuvare in i|Uanto «ari pomi bile le di lui premure, le quali per il bene di quel l>ura è piti da desiderar* che «la »penare, rhe alano per ha Ter huona murila ». .VtUMl. d« f'nlaeM 172». p. 222. Archivio segreto pontificio. * \ vendo il Rannui dello a Luigi. « • ehe acuta quello «lato non baerebbe laacialo di emere quel gran re. ch'egli »eiua lanciarmi pam «re pili aranti, mi replicò con allo «|uaai di «legno: non non. ne parie« pa» de re la. e aggiunge «d» Il (ani prendre d'aulre mote#: volendo mi volta interne a ri* che già mi dime U »«g di «>oimy. cioè che ¡*. A. era «empre alala unita r® i ne miri di 8. M“. v che havera prealalo le armi conin» di ema l.citerà al libo del 2* novembre |**j. ivi p. 171. * Vedi gti * ordini del t'ibo «I Ituonviai del 14 luglio. SS agnato e 13 ottobre IMS, uliluMti dal Fluivil IM a. (Ir. anche * Cibo a Btmriu. in data I» aetlemhre IW. ,V»«r»al, di Hi naami 8» p »»i.. Archivio aegrelo I» o * I i t » r I o . Ivi 2M». p. JIS a.. * Mieta del Ruotivi»« al l ibo del 4 note» hte IMÌ «| teme nella lega la compagnia della trancia. Veneaia non correbbe avere la Molla Iranow nel IfOlla. perché lene di perderT» la «ovtuìU Vienna •a* rnole punto truppe lr»nct»i. e danaro aoltanto la Francia non ne 4*. * Vedi FuitxVi IUl. Imiitll 4«*. 1 Vedi • Kaauui a l ibo, in data 4 febbraio IM*. >'wmnai. di fw« 172 v. p. 402. Archivia aegrelo pontificio.