Innooenxo w difende contro il rimprovero d’indifferenza. 247 soggetto principale di discorso »Ila Corte. Era però generale lo ttupore, che Innocenzo XI non avesse una panila di riconoscimento per il re. Il nunzio raccomandava al papa d’inviare a Luigi un Breve di pubblico encomio per le sue benemerenze.1 Innocenzo si difese contro il rimprovero di indifferenza. In «¿ni occasione egli aveva espresso tanto al duca D’Estrées quanto adi altri inviati la sua gioia per l'azione di Luigi contro i calvinisti; il Breve desiderato prometteva di mandarlo con il prossimo «i>rriere.* Peri», se il papa era incline a vedere l'azione di Luigi contro gli Ugonotti in luce favorevole, gli venivano tuttavia fatto am he rimostranze in altro senso. .Specialmente la regina Cristina di Svezia gli dipingeva a vivi (>01014 le crudeltà del procedimento, contrario allo spirito del Vangelo. Ma essa gli most rava particolarmente, che il papa non voniva affatto chiamati) a partecipare iu tutta l'opera di conversione e non doveva „averci nessuna importanza; tinche avessero vigore in Francia i Quattro articoli, colà uon «•r» il caso di parlar» di poter»» pontifìci«», e cosi i protestanti potreb-bero divenir cattolici senza sottomettersi al papa. Itmooetuo ammise, che ueU'opera di conversione non gli era stata fatta la farte necessaria; tuttavia egli ritenne suo dovere encomiar Luigi « pregare per il suc«*esso finale, poiché i Quattro articoli non • rano tanto <*attivi quanto l'eresia dichiarata.* Tuttavia Innocenzo XI non era soddisfatto. Egli scrisse al Ranuzzi, che gli eretici tornanti alla Chiesa in base ai Quattro articoli non sarebbero div#*nuti mai buoni cattolici, perchè avrebbero mantenuto anche •lopo la conversione la «lottrini peggiore, le teorie antipapali pro-h’ssate prima di essa.4 1 « • II lerv«>lT. rol qualr hora «i tu <]■) <**ni oprra unmaxtnsbtlr (W I '»pprumiooo dtü>rma. ha prwdolto rffrtto lalt. ch* «I raicotaoo tn «lar mat «too a 4«0» mnrrrtiti .... lanodwi rom» *«ol dirai U poní» d oro, partí roUnnrate> ai Ion» minUtri. rk* aooo [wtui«ri tari» wtnrr <1*1 ntpw. «jaan«lo aoa ai fradoiw» ajíallrllam'tit*» di «• aanua peaaioor loto aw>«uU. . . . (Non *< pnó rotnpmvlrrr 1. rbe 8. H ixmi w MMtri mínimo CTadiramlo nr appjaa •Wa ia almna n*am alia pirt » roo U qulr d R* ri «i tnput« II oaosio m ilala 13 otlobrr ISIS, .Vaaiul. di fwaHa. loe. cit • • • M «ri|u ptrta i atrio cW coa taaia *aa (lona » mrnto d«m«wtra il K« rlvalitUMimi n«il>»trrrainar da] >ao rrcao ti CaJrtniMao. ha wtapr» la S“ di X. S" paríalo roa «tgn i lod*. aoa nlo a qinla u| liwad fciliw« •napr* rk* i «talo all'aadmtia. ata aarora a tatb cti ailn aiaitlri dr pnn-r»p». o i » d»p»UMin> a iMUkar qa*»U a^knmi «rotinwoli aarlw a ». M» roo ua Ww» rkf «r» iariala a V. *. IB** col »««tan» ™nw» Al nonato ia «tala * no»rmbrr litó. lar. ríl, • «;t*iv loe. ril. il» • * * IH1 «rvttri namWi col Mita 4*11* qaalUu pt»poMl»ooi. rV> roa-tradtroao a i dirttli H afl aaionU patiAru. aoa ynawan marr baoai raltoUri. atali» nrOaao orila p*w«ma dottnaa. rW kan no arwp?«- Irania prima di roa-»rftirM «woodn ril rtnpt» pnnripii drtla lato «**ta a. II Raaacc» dr»r rofUn