Innocenxo XI. 167ft-1689. Capitalo IV. Il 23 luglio 1683 il Kanuzzi ebbe il suo primo colloquio col ministro Croissy, e riferì su di esso in quattro dispacci a Roma. Il ministro deviò rapidamente il discorso dalla guerra turca all.» questione delle regalie. Egli insistette sulle ottime disposizioni del suo re, che desiderava ardentissimamente di proteggere insieme col papa il buono stato universale della Chiesa. La grande mancanza di preti in Francia costringeva il re ad impiegare contro dì essa tutti i mezzi offertigli dalle libertà gallicane e dai diritti dell» sua corona, ed egli si meravigliava, che il re trovasse in ciò pre»»>i il papa resistenza invece che aiuto. Il Kanuzzi replicò, che il re non aveva potuto emettere i decreti sulle regalie senza offesa della coscienza, e che anche la prudenza avrebbe comandato di non toccare una materia cosi delicata. Il Croissy scusò il suo signore con la situazione imbrogliata; Luigi mancava di contatti con la Sede pontificia, poichò la nunziatura di Parigi era vacante da cosi lungi» tempo. Il re pertanto era stato costretto a trattare le questioni ecclesiastiche con delle teste calde («buttafuochi •), che lo conducevano fuori di strada; ora però tutti costoro erano ea duti in disgrazia.1 Il Croissy dichiarò tuttavia, che al re era ini |N>ssibile revocare ciò che era accaduto, poiché egli vedeva in tutto un principio di stato, secondo il quale non doveva mai darvi Pini pressione, ch’egli non mantenesse obblighi contratti.' Il Kanuzzi espresse in proposito la sua deplorazione, poiché simili questioni avrebbero dovuto esser giudilate sotto altri punti di vista.* In fatto la concezione religiosa di Luigi XIV, come osserva il Glorio, era piti quella del guerriera che del teologo.4 Il Kanuzzi ebbe frequenti colloqui col La Chaize. Il confessore si industriò u rilevare i buoni sentimenti cattolici del re, spiegando che a Luigi l'assemblea del clero non era mai piaciuta e sopratutto non gli erano piaciute le sue decisioni. Kgli l'aveva tollerata soltanto e protetta solo in apparenza; altrimenti non l'avrebbe sciolta cosi improvvisamente, senza ascoltare le preghiere degli arcivescovi di Parigi e di Reims, che avrebbero voluto continuasse.* 11 La Chaize 1 IV» • buttafuochi > dovevano wwtr in trai principalmente (li UtiT(*ru. rbe amino perduto In prwtifw pnao il re. * Itclaaione did 23 1 usilo |1U, in Iltviixi III 144 a». * Ivi 14«. * • • la mi protettone è di (nrmrm, non di Indo«». Unno », Katfaatb0 4 « fk* a 9. non hama potuto piarm quella radunatila ddl amw Idra del rWm. nè tampoco quello rbe ti m mu. ma rkt rka lollmlo ri anrara ha mmtralo di tatoniT le loto operai*»! per wwn la rate all bora ridotte nell» alalo, nel quale ai trovavano, eoarndo bea pai potalo iufTair ran quanta imlilww *. Mia innrA il nino all» ronlerriue w>u pnatar orerrhio alle replnrale lataiur el a eli artiArO tuli da*li airitxwot» di Rrima et arvivrarovo di i’art|h prf liraila avanti a paaaare. raaae avevano in »n «no. ad alile novità n»!!e tnaWtir da' t>g<4ari at dalla morale, rbr il Rr