La ri«poKtji ai Breve tiri Si* ao trattenuti da timore, ('he il re si guardi dallo sdegno celeste; nulla farà rimuovere il papa dai suoi prìncipi, egli è pronto piuttosto a sostenere con lieto animo ogni travaglio per la giustizia.1 Contro il sovrano più potente d'Kuropa, adulato da tutte lo parti, nessuno tino adesso aveva ancora arrischiato un simile linguaggio. Luigi rimase attonito. Lo colpi con particolare gravità l' o cenno ad una sua morte senza discendenza, ove non camhiasso la sua condotta.1 Lo discussioni, che allora ebbero luogo nel ronciglio del re, sono state rivelate »«do da un racconto pubblicato in tempi recenti.* Tre possibilità furono principalmente considerate. Dapprima si pensò a sottoporre la questiono della regalia all'esame di un concilio nazionale Non si dette seguito, p rò, a questa idea, perchè ad un concilio non si voleva ricorrere che nelle circostanze più urgenti,4 e si temeva op|K>sizione da parte dei vescovi, ove si sottoponesse loro |*er parere la questione d’ila regalia. Due vescovi, infatti, si erano rivoltati apertamente e molti potevano pensare in segreto come lon» e cogliere, per avventura, volentieri l'occasione di pronunciarsi. In seconda linea si pensò sul ignorare ancora una volta i) Breve. Ma il re non poteva tuttavia contestare, ch'osso fosse giunto. Inoltre Luigi temeva, che il papa procedesse contro di lui roti «•usure.* Trionfò pertanto una terza veduta. Hi deciso di inviare una risposta • piena di cortesia >, ma sejuta entrare in nessun punto della questione della regalia. Il latore della lettera doveva M andi spiegare tutto oralmente ad Innocenzo XI. Cosi il governo ■ incese sperava di tirar la cosa hi lungo; nel frattempo era ben possibile che il vecchio papa morisse e si trovasse una soluzione* Questo piano fu concepito indubbiamente dal re stesso, il qual« l*er riguardi prudenziali voleva evitare una rottura a|>erta con Roma. 1 « Nwjur Urnro allatti inde iarocamadara sai pmralani. nallam. '«■»i» wrin •U)w bombilrai IrapraUI'm pitliamnaiM. Ad bar mim ’«•all rama*, nnjur lirtmiu ammani Vwtiun pMmiMt« qaam So». pnilw •surfligvnteo. non torti minili, «od (Sun Uria ulna Mhnuidw iribaUUonm pfopirr itt*1ilum. in quibu» et io erarm IImmm Sa» Mira ziofmri nportrt. ' MMm t>pi affimi». ijunnlM mm qaae Xo.tr« Miai, ami «jww l*<» « hn»U ». Ivi M. • • obimilMn Imw nanquam i*«ta* in •< alila «l«]** W«w. Md ree** ìmMII« ad Imirtdl rnsuMllMim anm«*» «fti rocfl—rtn ». It» 3SV • ItÉll«, .1 ttrmUtr Al a. • • sa oa dii <|B'an ronoW «bit 1« 4>rur( rrm+ór aviari il (aliali arotr ri qa’tl a» (aliai! in wrrii qar dia« I* «xijowl«« lo pia» pwwii-<•«. Irt. • Irt il • Ivi.