11 gesuita Tiri»o l lonza Ir*. 310 «•««essi veri e presunti di taluni casisti. I suoi sforzi ebbero por conseguenza ulteriori manifestazioni della Santa Sede a favore della morale rigida. Il (ronzale/, fu un missionario eccellente e coronato dal suc-c«'sso;* in tale qualità egli ebbe occasione d'imparare a conoscere le piaghe morali di certe regioni della Spagna, e cominciò a temere, che decisioni troppo larghe di taluni moralisti potessero favorire 1» decadenza dei costumi.* Il pensiero di attaccare, non solo le singole decisioni errate, ma il sistema stesso del probabilismo, che secondo lui era per esse un terreno favorevole, gli fu suggerito dal suo confratello Michele de Klizaide, che nel 1070 aveva fatto «lampare senza permesso dei suoi superiori un libro assai letto contro il probabilismo.* 11 Gonzalo* sostenne presso il generale dell'Ordine Oliva le opinioni del de Klizaide, ma ebbe in risposta, • he, a giudizio di uomini assai dotti, l’opera di questo contraddiceva in talune proposizioni alle vedute e alla linea di condotta di tutta la Chiesa, che altre delle sue asserzioni erano adatte a condurre alla disperazione ed a favorire i giansenisti; il libro aprire proprio esso la via al lassismo, in quanto dichiarava giudice supremo l’apprezzamento subbiettivo del singolo.4 Il Gonzalez, ciononostante, rimase del suo parere. Nelle «»stati del 1670—1672, facendo pausa le missioni, comincio ad elaborare un’opera, che doveva far valere nuovi principi come punto di partenza per la decisione di casi di coscienza controversi. Certamente, anche secondo il (ronzalez, il principio del probabilismo, usato colla moderazione degli scrittori gesuitici classici, non fa-<**va nessun danno ai buoni costumi; ma colla estensione datagli da taluni probabilisti era assai pericoloso. Precisamente in queste parole, dirette dal Gonzalez al generale dell’Ordine Giovanni Paolo Oliva,* si può considerare già contenuto anche il motivo, per cui a Roma, il rimedio contro decisioni morali troppo larghe si 'creava altrove che in un cambiamento dei fondamenti di teologia morsile. L'Oliva decise, che le nuove opinioni non dovevano essere ••«poste in pubblico, e che l’opera progettata doveva essere inviata per giudizio a Roma.* Colle sue nuove formulazioni di principi il Gonzalez credeva rendere all’Ordine gesuitico un gran servigio; il suo libro, «»gli pensava, chiuderebbe la bocca agli accusatori della morale dei gesuiti, 1 Eus# Kr.ìERn, .1/m» dti il. C. /*. Tir*» (¡an^tie: dr Santallar •'Witiaira 1913; AstkjUx VI 74«*. * Asmwx VI 172. * • Ivi ISI ». • Ivi 164. * in data 12 ottobre 1*172. ivi 174. • Ivi 17«*.