620 Appendice. hanno impresso nell'animo, come ancora tutti jil'altri protestanti del iiioikIo, il cattivo concetto che noi habbiamo di loro e l'avversione chi-verso di loro hanno i nostri popoli, che si muovono, se non per altra, |x-r questa ragione ad odiarci e a sfar costanti alla loro durezza; onde bisogna con la frequenttaitione disingannarli a puoco r. puoio della opinione che hanno che noi li odiamo, e fargli conoscere che il nostro Immoti; è contrario alla loro imaginiitione. Così, se una volta saranno spogliati della avversione che hanno per noi, si renderà facile il modo d'istruirli nella nostiti dottrina, particolarmente nei punti che e*si ignorano e che noi siamo oldigati di farli conoscere. Non sono 20 anni che alcuni deputati d’tin certo luogo del..., che non voglio nomare ]«ir qualche considerai ione, andarono per negotiare nella corte d'un principe d'alto grido, ma quello eh'è più curioso, essi avevano intrapreso la deputatone con ferma speranza di guadagnar tutto, perchè s'imaginavano questa corte piena d'h uomini di puoca iisperienza, et eccettuatone un solo, mettevano tutti gl'altri alisi doz-zena; e pure li ministri di questa corte per lungo spailo di tempo si erano assuefatti nel trattare con li ministri di molti principi ne-gVufTari e negotiati più importanti dell’Europa; et essi non havevnno mai negotiato altro che qualche causa civile di diece scudi, o per lo più essercita-ti a condannare alcuna puttanella aiUa frusta; tanto j»iù che essendo restati puoco meli che due mesi in «letta corte, si viddero loro stessi ligati con quei medesimi lacci, con i quali credevano ligar gl'altri, e posti in un labirinto, di dove non poterono svilupparsi che con puoca l<»ro riputazione e con danno notabile del loro principe. Somigliante cotta successe ad un nostro Monsignore astiai bene conosciuto «li V. S„ il quale nel pontificato di Crimini Vili fu eletto |wr esscreitar la Xuntiatura nella Kvissa, che abbracciò volentieri, l»avemln ancor fgli negl'alTari politi. *i maggior fumo che arrosto, «>ssen-«Icts-i (tosto in testa di poter ridurre in lireve tutta la parte heretica in cattolica e tutta la cattolica obligar a riconoscere il l*ontefi ie per arbitro sovrano «li tutti jil'affari civili e criminali de’ Cantoni. Foni fava questi suoi pensieri e ventose intraprese sopra alcune liistorie vecchie lette iki luì e so|«ni certi rapporti interessati riferiti più tosto per rìdere che per altro, quali gli havevano preoccupato lo spirito e ridottolo a credere che gli Svisceri cro no burnii ini di grosso legname, mer-'**naru della loro vita ¡stessa da loro orilinariamente venduta per denatri, ignoranti «li lettere. ptlOco assidui nelli lettura dei buoni libri e costn-mati ad imbriaearsi dalla mattina fino alla s«>ra: che però stimava egli facile di guadagnar tutto sopiti lo spirito di huomini si fatti; onde nel viaggio in quelle parti andava «licendo a«l alcuni suoi più confidenti che spettro» in btvve di poter mettere i Svi--eri tutt’ìnsieme in un fiasco. Ma giunto alla gìuris«litìone della sua XuntLitura. trovò le cose molto «lìverse «la quello egli si era immaginate. «* in cambio «li mettere lì Svi*z«‘ri in un fiasco, si vitkle egli incile-imo |s»sto «tagli Svizzeri in una scatola, e in tre anni di Xuntiatura non potè mai spuntare alcuna cosa che futtse favorevole alla Sc*le Apost., e pure i Svizzeri spuntarono molti punti in loro favore et in detrimento di Roma, che non havevuno mai potuto <»rten«flv in tempo dellVltro Xuntio. Onde.