Innocenzo XII. 1691-1700. Capitolo III. incoraggiato forse dal libro del Gonza Ira, ritornò sul suo proposito. In un memoriale al re egli espose che la chiesa francese era minacciata (la (lue opposti mali: dal giansenismo che levava di nuovo la testa e dalla morale lassista; volesse perciò il re, questa era la preghiera sua, dell’arcivescovo di Reims, Maurizio Le Tellier, e dell’arcivescovo di Parigi, Noailles, dare all’assemblea del clero il permesso d’intervenire contro entrambe le correnti.1 Che il giansenismo si preparasse ad un nuovo assalto divenne ben presto chiaro sotto il governo del nuovo papa. Diversamente stavano le cose col probabilismo. Il gesuita Daniel era l’ultimo che negli ultimi dieci anni avesse osato stampare in Francia alcune pubblicazioni in suo favore, anch’egli però confessando che, da circa 30 anni, s’era compiuto in teologia un pieno rivolgimento e che il principio fondamentale del probabilismo, prima generalmente accettato, veniva ora vivamente osteggiato.* Vero è tuttavia che erano ancora in uso i manuali di morale dei tempi antecedenti e che in parte anche in Francia, ma soprattutto all'estero, essi venivano sempre ripubblicati.* Oltre a ciò i principi della morale rigorista si dimostravano nella vita e nella cura d’anime inattuabili. Come confessò il cardinale Le Camus, un amico del giansenismo, e con ciò anche del rigorismo, egli avrebbe adoperato due o trecento anni per fare il giro della sua diocesi, qualora avesse voluto amministrare i sacramenti della penitenza e della confermazione secondo i principi di Arnauld e dei giansenisti. Codesti signori pretendevano che si esaminasse un confessando per un anno intiero prima di dargli l'assoluzione; ciò poteva forse fare chi avesse due o tre penitenti, ma per tutta una diocesi cose simili orano impossibili.4 È dunque spiegabile che Bossnet, nonostante il diminuito prestigio delle idee probabilistiche, scrivesse nel 108li4 che, nonostante tutti i pa«si di Alessandro VII e Innocenzo XI, nulla era fatto se si lasciasse il probabilismo anche solo respirare, poiché dopo riguadagnerebln* subito il predominio. Iiossuet pensava dunque di menare ora il gran colpo da lungo progettato contro l'odiata dottrina e abbozzò di nuovo un elenco di 127 proposizioni che in un’assemblea del clero francese si sarebbero dovute solennemente condannare.* Di queste le prime quattro non si rivolgevano contro la morale lassista, ma * Bauset-Fbper II 2; A. M. P. Isc.oLt), liousHtt et U Jan*tnUmt, Parigi 1897, 29-34. * DstiEBT 444. * Ad «««'in pio la il ni »Ha Tktalagiat morati* del Bcsesbaim ebbe tra il 1659 e 1690 almeno 13 edizioni in Lione e inoltre una a Parigi 1669, una a Br*anaon nel 1673 e una a Tolosa nei 1700. Sommervoukl. BMiotAiqut II 445 »• 4 Deubrt 453. 4 A. Dirois il 13 luglio 1682, Corre» ponila »re II 314. 4 L'elenco delle proposizioni: Censura ac declaratio convenlu* generali* cleri gallicani in Bosscet, (¿'ut-re» IV 588-608.