Politica di prepotenza di Martinitz. 501 per lui un'amara delusione quando ai suoi aiuti contro i turchi si rispose con sgarbi. Dopo la partenza del Liechtenstein sarebbe stato ancora possibile di rimettere il tutto sull’antica via; ma quando il suo successore Martinitz volle con atti di prepotenza aumentare il prestigio del suo sovrano, venne raggiunto proprio l’opposto. La Santa Sede suole calcolare coi secoli, nei quali persecuzioni e vittorie si avvicendano. Il mezzo più inadatto quindi di ottenere qualche cosa in Soma è quello di voler terrorizzare con improvvise e prepotenti offensive e costringere cosi alla resa. Ma il Martinitz spinse questa politica a tal punto, da toccare perfino la sacra persona del papa.1 Il danno che egli con ciò fece alla causa del suo imperatore fu tanto maggiore, in quanto il governo francese perseguiva una politica del tutto contraria. Esso aveva cercato sotto Innocenzo XI di spaventare la Santa Sede con misure violente, ma senza nulla raggiungere. Ora egli provò per diventa via: il papa doveva venir guadagnato coi modi concilianti e colle cortesie.* Perciò il Cardinal Forbin, dopo la sua partenza nel luglio 1<)97 3 il Cardinal Bouillon 4 erano le persone adatte, incomparabilmente più abili e più flessibili del rappresentante dell’imjH‘ratore. Essi seppero sfruttare in modo eminente la tensione fra Vienna e Roma a vantaggio di Luigi XIV. Leopoldo, così essi insinuavano, si considera nella sua ambizione di dominio come l’erede e il successore degli antichi imperatori romani ehe erano stati timi volta i signori del mondo. Niente ha da temere di più la Santa Sede «li quello che un arciduca austriaco diventi re di Napoli. Per questo anche i papi, specialmente Leone X, non hanno mai voluto investire gli imperatori di questo regno. Non si dimentichino le sofferenze che dovette sopportare Clemente VII da parti» degli imperiali, mentre i re francesi erano sempre pieni di benevolenza e di devozione verso la Santa Sede. 11 loro sangue scorre nelle vene di Luigi XIV, figlio primogenito della Chieaa e devoto al papato, al quale nulla sta più a cuore della salute delle anime e della elevazione della Santa Sede.* Queste insinuazioni non mancarono del * Cfr. «opra p. 45*1 m. * D'Eie», • Relationr, Biblioteca del convento di Ein- • i e d e 1 n . * Secondo 1' • irrito ìlarrtnttti del 3 luglio 1697 (loc. cit.) forbin «ver« saputo cattivanti a tal punto l'affezione del Papa che Innocenzo XII alla »ua partenza versò lagrime. 4 "Breve a Luigi XIV del 1° luglio 1697. Archivio segreto pontificio; F. Retmiì Le eardtmal de Bnmdlom 1647-17li. Parigi 1899. * Ottiehi I 353; Gallano nell'ffùf. Jakrbmrk III 217 ss., ove si trovano i particolari sulla lega italo-papale rbe alla fine però non venne attuata. Confronta anche LaMiaC II 48 ss. Ostentativamente Luigi XIV accentuava il suo zelo per la conversione degli Ugonotti nelle trattative per l’erezione delle nuove diocesi di Alai« (1694) e Blois (1097). RuU. XX 623-791.