'\ \ I La congregazione generale del 1GÌM5. 483 rale.1 Il papa al quale i delegati si presentarono li invitò soprattutto alla pace e alla concordia.* La congregazione soddisfece questo desiderio e accettò la proposta di escludere totalmente dalle discussioni gli spiacevoli avvenimenti precedenti e di seppellirli nell'oblio.3 Perciò non si tenne conto nemmeno del desiderio degli assistenti attuali che venissero esaminate le accuse contro di loro.4 Secondo l’ordine ili Innocenzo X in ogni congregazione generale erano da eleggersi li assistenti, e cosi i vecchi abbandonarono il campo, senza essersi potuti giustificare. Naturalmente si dovette decidere anche la questione se la congregazione dei procuratori potesse deliberare la convocazione dell’assembea genorale con la maggioranza semplice «li voti. Venne stabilito che per tale convocazione fosse necessario un />/«* di tre voti. Un altro decreto sfiora l’ardente questione del probabilismo. In esso viene detto che la compagnia di Gesù rifugge da innovazioni nella dottrina, specialmente sul campo morale e che si dovesse compilare una lista «Ielle opinioni troppo avanzate, ibi sottoporsi però prima della definitiva accettazione ¡dia consultazione delle provinole. All’esecuzione di quest’ultima deliberazione non si arrivò, forse perchè tale lavoro era già stato fatto da Alessandro N IX e Innocenzo XI colle proposizioni «la loro condannate. Gonzalez tenne fermo alle sue iti«*«» fino all» morte, avvenuta neH'anno 1705. Ancora nei suoi ultimi anni «li vita compilo una nuova opera contro il probabilismo, la cui pubblicazione p«> la stia morte egli raccomandò agli assistenti. In un memoriale «lei-l’anno 1702 4 egli cercò d’influire sul nuovo papa Clemente XI in favore «Ielle sue opini«mi. Egli non immaginava « he allora era già nato l’uomo il quale doveva dare al probabiliorismo il «’«»li«» di morte, Alfonso de’ Liguori. Nel tempo tra la morte «li Innocenzo XII e l’elezione del suo su«'-cessore si giunse in Francia ad una nuova offensiva cont ro il probabilismo. B«>ssuet non aveva potuto nel 16H2 attuar«» il tuo piano «li fare condannar«» dalla assetnbl«»« del eI«*ro francese non soltant«» una serie di proposizi«mi teologico-mondi tropp«» avanzai«, ma anche lo stesso probabilismo.* Xel l'assemblea del el«*rt» «l«*l 1700, * Ivi 342 m.; DÒIAISOEK-RECSCH II 2»t ■»•• 2«*3 ».. 2*»7. * Recedant reterà, nora «int omnia*. di»*e «gii con riferimento ad un noto inno eccle*ia«tico. Astràix VI 343. * Iri 348 a». * Iri 346 ». » « Libello» suplex obiatn» SS. D. X. flettenti XI prò incolumità!« Societati» Jmu » in Ecs. E*ìsi*te V, App. p. txtr—Lxxru. * Cfr. »opro p. 207»». Un elenco contener» 14« proposizioni che dorè- vano renir «condannate nell a***‘inbl*-a del I68J (UossrET, tKum* . I.KRl.l-, ristampa, Parigi 1843. IV 537 »».). Un» «eeond* parte del decreto (¡ri 550 574) dorerà opporre la vera dottrina alla fal*a- AI capitolo II: « De remila morum et probabilitate *. Punì, Stori« dei Papi. XIV, l 30