Richiamo del Lavardin. 2!« coso non fa soddisfatto di questa risposta. La Francia, infatti, richiedeva dalla Spagna nulla di meno che l’abbandono completo delle Fiandre, il che era appunto contrario ai trattati vigenti. Dopo il suo richiamo l’inviato francese a Madrid fece il 17 marzo 1089 la sua visita di congedo al nunzio, e si lamentò, che questi non fosse intervenuto a favore della Francia; il nunzio rispose, che una simile protosa doveva esser ritenuta dalla Spagna come una capitolazione di guerra e non come un trattato.1 La Spagna, pertanto, non rimase neutrale; essa ordinò la mobilitazione delle suo truppe 0 ordinò di nuovo al viceré di Napoli od al governatore di Milano di tener pronte le loro truppo a disposizione del papa su desiderio «li questo.* Frattanto il Lavardin a Roma si rese ognor più malvisto. TI duca ili Bracciano, capo della casa Orsini, ch'era stato a lungo dalla sua parte, so ne scostò in maniera da dare deliberatamente nell’occhio. Solo la regina di Svezia gli rimase fedele.* L'inviato non aveva più neanche la fiducia «lei suo re. Egli agiva troppo di ■>ua iniziativa, tanto che reclutò 200 uomini senza comando. Non sapeva di essere spiato por incarico di Luigi XIV dai propri utliciali, e che il re era a conosconza di tutto.* Il 11 aprile 1089 il Lavardiri venne richiamato. Il comandante delle truppo frane-osi a Roma ebbe ordino di accompagnare il marchesi« ai contini dolio Stato della Chiesa, e di recarsi poi a Livorno per imbarcarsi per la Francia.* Il Cardinal D’Estrées annunciò al segretario di stato Cibo, che il Lavardin era richiamato, e che era imminente la sua partenza.* Il 27 aprile i mercenari del Lavardin iniziarono i preparativi p«r partire. Tutto le provviste, che avevano radunato a palazzo Farnese, furono vondute. e quindi essi il 30 aprilo marciarono via in perfetto ordine por piazza Navona a piazza «lei Popolo. AUYsodo presero parto anche i cardinali D'Blbét e Maidalchini. I-a colonna si coni [ninova di circa .*>.»0 persone. pecchò se ne andò 1 intera colonia francese. Vi erano 130 armati e 72 vetture. Il La-vardin sembrava assai scontento, perché la sua missione gli aveva «»stato 80.000 scudi del suo patrimonio privato, col solo fratto del disonore e della scomunica.1 Intendendo passare per il territorio milanese, egli domando al governatore spagnuolo conte Fuensa- ' • Il nuntio di Spagna in dal* I* mano IMS. ili HfMjma 10«. Archivio «egrelo pontificio. * • Relazione dei nonno di Hpagna in data 50 matuio 1*1*9, irl. * G#.XIX, .4mbaKwHr 42**. Ctr. anche Xa«W» II M. * CÌUH, loc. cit. 427. * Ivi 42S. * * Cibo a Ranuxfi in data 2« aprile 16*9. Xmmfiat. Ai Fruirut. loc. pii. ’ * Relazione »olla partema del Larardtn neU'vIna. Ili 21 f. SH, A r* * h » r i o • «-greto pontificio; Cibo a Ta tiara in Colonia in dai« 30 aprile 1089, pretu Um«u. Uriti. 47*. Xir***i 11 2S ».