La Sorbona fa professione aperta di Gallicanismo. 1S3 cui particolari suscitarono »li nuovo lo sdegno «lei 1'arlumcuto. Il Concilio latoranense del 1215 aveva imposto ai fedeli l’obbligo •li confessarsi una volta Panno « al sacerdote proprio ». Il « sacerdote proprio », si spiegava nella tesi, era, oltre il parroco ed il vescovo, anche il papa, il quale ha su tutta la Chiesa la pienezza della giurisdizione per il foro esterno ed interno. Era una tesi, per verità, assai innocente, perchè non vi si parlava di ingerenze papali negli affari «lei potere governativo civile. Ma il Parlamento, nella sua eccitazione, salutava con gioia ogni pretesto per manifestare la sua inimicizia contro Roma. Il (trauditi venne citato dal Parlamento e gli fu vietato per sei mesi «li esercitare i poteri del suo ufficio. Cosi il Grandiu non poteva intervenire più come sindaco nelle riunioni della Facoltà. Ma egli era pur sempre dottore come gli altri, e in tale qualità propone ni hi Facoltà di riassumere la sua opinione sul |»oterc pontificio in brevi proposizioni; in tal modo essa potrebbe ovviare alla diffidenza del governo.* Cosi si venne alla formulazione delle sei proposizioni del 16(13, le quali furono sottoscritte da 62 dottori e inviate al re.' Vi si diceva, non essere dottrina della Facoltà, che al papa spetti una autorità qualsiasi negli »(Tari temporali «lei re, ch'egli stia al dis«tpra ilei Concilio universale, e sia infallibile seuza il consenso della Chiesa. Insegnare invece la Facoltà, «'he il re nelle cose temporali è soggetto solo a Dio, che i sudditi non possono essere prò-semiti sotto nessun pretosto «lalPobbedienza dovuta, ha Facoltà non approvare nessuna proposizione, che sia contraria all’autorità del re, alle vere libertà della chiesa gallicana od ai canoni arditati nel regno.* (juesta dichiarazione, tuttavia, soddisfece il governo solo parzialmente. Kra «letto in «*ssa. Itensi. che la Facoltà non sosteneva la dottrina delPinfallibilità |M>utificia. ma non vi era «letto, che questa dottrina fosse falsa; neanche i diritti del re rispetto al papa erano «letiniti con sufficiente chiarezza; il governo si trovava, cosi, «lisilluso nella sua aspettativa, che i teologi gli creassero una salila l*ase per il procedimento contro Roma.* Ma ciononostante la «lichiarazione «Iella Facolla ebbe una portala non piccola. Kra la prima volt», che la Harbona fawva professione aperta «li galli-fanifflio;* l'assemblea «lei I6£2 potè più tardi riattaccarsi ad ns*a. I sei articoli ftirmaron» la base per il nuovo movimento gallicano 1 litui», lor. rii. 33. * Twlo iri 17. * Clr. »•«a. Lar, I «II»-; BaamnAraa Kir«*ii IV* SI iti»! it VII p. 2«), * («tette, lor. rii. 34. * « L* pimnri» pr»?U