Innocenzo XI e il probabilismo. l’Amauld aveva prescritto per la comunione frequente condizioni, ( he ne escludevano quasi tutti i cristiani, hi Congregazione del Concilio decise,1 che la Chiesa aveva sempre approvata la comunione frequente ed anche quotidiana, senza prescrivere tuttavia in proposito giorni del mese e della settimana determinati; la decisione su ciò doveva esser rimessa al giudizio del confessore. Alcuni atti di governo d’Innocenzo XI furono allatti ad incoraggiare i nomici del probabilismo. (!ià nell’anno della sua ¡tscon-■ione al trono comparvo una teologia morale, che per più di cento pagine combatteva l’opinione dei probabilisti in tutte lo tendenze; al principio del libro si leggeva una pasturale di raccomandazione ■lei vescovo di Grenoble, e seguivano approvazioni dell’opera di ette altri vescovi, fra cui il vescovo di Agile lodava l’opera specialmente, perchè rompeva col probabilismo, «quella dottrina mostruosa, che mette tutto in dubbio ». Innocenzo XI elevò l’autore, il prete Francesco Genet, a teologo di Avignone e più tardi (1685) a vescovo di Vaison. Il libro in traduzione latina trovò adito j*er-tìno in seminari italiani, uno scritto che l’attaccava, invece, fu posti* all'indice, ini in questa occasione la dottrina del Genet ebbe la lode del maestro del Sacro Palazzo Capizucchi.* Il più grande ■lei vescovi francesi di allora, Giacomo Benigno Bossuet, si pronunciò pure con elogio sulla teologia morale del Genet e la preterisse per il suo vescovato.* Il Bossuet fu altresì fra coloro, che subito dopo l’ascensione al trono d’Innocenzo XI si rivolsero a lui per ottenere la condanna di certe proposizioni troppo larghe di casuisti.4 Simili preghiere •^rano state rivolte già prima ad Innocenzo X e Alessandro VII,* «d era inevitabile, che si rinnovassero ancora più ardentemente sotto Innocenzo XI. Guy de Sève de Kocbechouart, vescovo di Arras, o Percin de Montgaillard, vesi-ovo di .Saint-Pons, gli inviarono immediatamente una lunga petizione domandando la condanna, in forza dell’autorità apostolica, di 80 proposizioni morali, cho accludevano.* La lettera, pero, non rimase segreta; Luigi XIV sospettò, che sotto il pretesto di una morale più pura si vol<%s#oro rinnovare le controversie giansenistiche, e fece ammonire per mezzo 1 In data 12 febbraio 1679. Analrria imri* ponti!. G* «rie (ISS3) 1307. Pareri dei eon*«ltorì ivi 7* serie 791 SM. ifr. I>rnzi\<.er, Knrkir., **■1. I. B. t ", Fribunn Uri»«. 1922, n. 11*7. * bK'.sm nel fimttrt. tU littrr. erriti.. Toalouv 1813, 416 M.; KeriM'H II 6SO. * I»E*-r.BT 442*. * IloMUel a I»imi« in data IH Mi» 1682. Corrra¡tondattr* 11 310. l’osi pure i rnroTi di (irenoble. Anjt« r». Afra. Arra*, Cbàlons. Siinl Poi»». L'ultimo »«minato inria an'A potoria per i msiddrtti riamrniMi. Di iim ei.. loe. eit. 470, * Cfr. Parte I di qne*to voi. p. 4i»f». * Anmltria imri• pomtij. XIII ( 18741 939.