234 IniHM'enxo XI. IrtTflltWH. Capitolo IV. intorniò il nunzio, che si sarebbe permessa la proclamazione del Ciubilen in Francia nolo se il Breve fosse stato rimesso a tutti ¡ili arri vosco vi.* Innocenzo cedette anche su questo punto; ma proprio |mt il fatto di aver ceduto provò tanta più amarezza, che la Francia non si curasse per nulla affatto dell’accordo, secondo il quale temporaneamente non avrebbe dovuto esser compiuto nessun passo nuovo da ambedue le parti. Si venne ad una spiegazione con il Croissy, a cui il nunzio aveva fatto presenti le lagnanze del papa. Il Groitty contestò, che dopo l’accordo la Francia avesse compiuto ancora passi ulteriori; tutta la questione dei Quattro articoli e delle regalie era già in precedenza un fatto compiuto, e perciò il governo coll'eseguire quelle decisioni non contravveniva minimamente al proprio impegno. La violazione del trattato il Croissy la vedeva solo da parte del papa, giacché, appunto in forza della promessa «li non intraprendere novità, Innocenzo era tenuto a provvedere alle chiese di Paniiers e ad altre prebende vacanti. Il Kanuzzi ammise nella sua replica, che i Quattro arti coli erano stati formulati prima della conclusione del trattato, e ehe perciò in base all’accordo non si poteva chiedere la loro re voea. Ma le cose stavano diversamente per «pianto riguardava l’eMCNtioNf «li decreti già esistenti; «piesta cadeva senza dubbio sotto l’accordo sospensivo, che altrimenti non avrebbe avuto n«>ssun valore. Del resto il papa non aveva punto sospeso nel tra!* tato la sua autorità papale, diminloché (ter «pianto riguardava provvisioni di p«»sti ecch«siastiri aveva mano libero come prima.1 Innocenzo XI fu Mxldisfatto della risposta del nunzio, ma osservo, che il Kanuzzi avrebbe dovuto insistere sul punto, ehe l'essenza «Iella sospensione consisteva precisamente nelPastenersi dall'w-guirr le nuove misuri' prese. Se si proseguiva ad eseguirle, si «le-sterebbe l'impressione, «-he la sospensione avesse legittimato le novità introdotte, ciò che assolutamente non era il caso.' * * < «mia e-rlu.lrtne alenila perrbè m> tarmi (atto dirmunlr. il He noti h»trrhhr potata permetterlo ». Hi mptw ■Mloruaml«' il Idi Ituur. rhr lece un vano IrnUliru di mndiaainnr. K*li volerà prima la wUoaiaiwii' tM'iurinarato di Toloata a Rama. Il re era lavorerai*. ma il Lmrw (Il Iw ramhian» »1« lianli murra, rhr una lettera di wUomwMr uirhbr i|* rr pi irato bene al «i|(. di Craa»»y ctrra l'nwrnruiU «trita «mpnaioi» Colera nlannilr a«(iaii|rrr. rhr qmaaxio m ■hmme notar ««ape*« l'cureulione di lollr Ir novità (alIr. rrmMr ad nnwtr affali» ianlilr detta M>»p*«*Mn«tr, la qaair nwwle aniramratr in InlbarW trarrà-Imnr drlle medraimr n»> ili. allnmr tir ral poter nstliaorai ad iwtiiH» dopo la wwpntMoar «i verrebbe In an rcrto moda a rr aderir bfttiar. anrtrr pare-