Lavanlin continua nelle prorocacioni. 2(10 menti si poterono leggere perfino a S. Pietro, ove erano affisse l< liolle pontificie, e alla Cancelleria; il Lavanlin li trasmise anche ai rappresentanti diplomatici ed alla regina di Svezia; fu eccettuato Milo l’inviato di Portogallo.1 Il Lavardin approfittò anche in seguito di ogni occasione por mortificare il papa. In maniera provocante si recò alla messa a S. Pietro. Innocenzo quindi comandò a tutto il clero di Roma di sospendere immediatamente In funzioni religiose all’apparire del Lavardin. Proibì ai suoi soldati di salutare il marchese, e comandò, che al palazzo pontificio, ove spuntasse l'inviato francese, »1 stendessero subito le catene per impedirgli l'accesso.' Sembra che il Lavardin fosse sicuro ¡dia sua comparsa delle oimpatie di certi ambienti insoddisfatti di Roma. Il centro dei malcontenti era costituito dalla regina ('riatina di Svezia, sulla quale era imi>ossihile ogni calcolo. Poco tempo avanti la venuta dui Lavanlin essa era entrata in conflitto t'oli Innocenzo XI a causa del procinti mento di organi della polizia pontificia contro un venditore di acquavite, che apparteneva al suo seguito.* L'incidente sembra aver destato in lei un rincrescimento per la sua rinunzia al quartiere. Gii» nel luglio 10H7 un agente francese era in grado 'li riferire da Roma a Parigi, che la regina di Svezia aspettava con 1) « Minii>U*r retti*, legato* <| uomini arti peraona ettari! inter natiotiea ’•«tiara» MrrouorU e»t. non pote*t uni|nani ittrurrere ren*ura» errle»ia*tira* imo hi* quae »periati! funrtioite» «ui officii » (dalla protesta del I.avardin e «lai di*ron*i del Talon). 3) « Sufficit dieere Man li Larardin nw legatura Kegi» rhri»ti»ni»»imi et rniuequenter evemptum ah omnibus censuri» m-lnutlirU, quamdiu cha-radere ilio erti inaignitu» et quamdiu exequetur mandata regi», domini »ui » dalla protesta). 3) • Quod l*apa non potuerit cottdemnare tamquam leg»ttim. quando, quidem carattere ipaiu» rum reapectu »uarum fune!Kinum eumetiil f f) ah bia fulminibu» • (ex artu appetì.) ». 4) • Ncque rege» uoatri. ncque eorum officiale* po»»unt «w*e ohnolii alieni excommunirationi prò orniti quod n»piril muneri» «ui exerritiura ». Molli pareri, tra cui anche uno dello ScbeMrate. furono presentati. l'In* quietatone concluse. rhe le te»i sopraddette erano eretiche» ed elaborò la minala di una rondano», ma non »é andò oltre. tir. Ji». lai a»», loc. et*., urm »1 trovano gli atti in brutta copta del cardinale f»»anata, membro del tribunal« dell Inquininone romana. * tir. la relazione del Lavardin a Luigi XIV del 9 febbraio li**, in Sa-tu» li 17». * Ctf. lavardin al re il 3 e IO febbraio I4M, in Xantxsfc II I*. Alt ultima lettera il l-avardin acrltw la prntbùnooe d'Iniurnu» XI per tutti i divertimenti di t‘araevale, e la »pwg* rame diretta »penalmente contro di lui. perché il papa voleva alimentare il malcontento del popolo romano I.» proibizione tniru.ru ai contravventori di ma maschile U condanna alle galere, mentre le donne dovranno rsecr punite con multe per« mane Uno a II**' «rudi d'oro * piti. I na »lampa originale dei divieto, del 9 lebbra*» l«M. nel IW. fliUl p. I. * tir. Out ntr II 339 a.