21« liiiiiM-a-iu» XI, Ut" ti 1089. ('apitolo IV. simpatico, imi non meno ambizioso, poteva tliveoii« uno strumento prezioso nelle mani «It*l governo. Nel M>71 l’Harlay venne tra «ferito aH’arcivr.-iovato di Parigi e tre anni dopo nominato (luta. Kgli era in tutto un nomo secondo il cuore del re Sole, un gran (tignore amabile etl un cortigiano compito, la etti vita sco*tlimata non era un segreto.1 Nell’affare tlelle regalie egli aveva fatto tal prova, che a lui venne attribuita la parte principale nel l'assemblea parigina; in questioni ecclesiastiche, infatti, egli aveva opinioni più radieali «li eerti laici.* Il segretario «leU'Harlay caratterizza bene il suo padrone, chiamandolo il papa «li «pia dai monti. L’H&rlay sembra infatti aver mirato a sostenere una parte simile; una relazione del ItWli lo descrive come uno spirito assai irrequieto ed ambizioso, che voleva divenire il patriarea «li Francia. Kgli professava il principio, che un vescovo, una volta confermato dal papa, può tl'allora in poi agire a suo piaciment«», indi|>cnflcntcnieutc da Koma, nella propria diocesi.* Il Bossuet descrive l'ilarlav come un uomo, che al l'assemblea non ha fatto altro se non adulare la corte, obbedire i ministri ed esc guire le loro volontà come un servo.4 Ancora lui vivente, il Fèndo» lo chiamava in una lettera al re un uomo corrotto, scandaloso, incorreggibile, che pensava solo a piacer»' al re.* La condotta deb 1'llarlay è ottimamente dipinta dalle brevi panile, con cui madama «le Coulanges ne annunciava la morte il 25 agosto 1685. K«' t scriveva che oeoorreva ora trovare chi facesse l'orazione funebre, e che per essa, a «pianto si affermava, non vi erano che due piccole difficoltà: la vita e la morte dell’arci vescovo.* Alcune relazioni «lelPArchivio segreto ¡tontìllcio «lell'anno ItWT gettano una lu«'«* assai sfavorevole sulla moralità di questo principe della t'hii-sa.* Gente mondana, non sacerdotale, »» ciecamente devota »1 governo erano anche gli altri dirigenti «lcU'asscmblca parigina. * #*l»1 .Sititi;«, UOMim II 34». Ift. d* l'tM: !<>'<• è /.«*••« I/I . l'atnRÌ ISSA. 23«. * (11. (ìttix. lue. rit. 172 ». * Krluioie drllinliturr Oiacobellt «irlU nuiutatur* di Vnmu al Clh> in data 12 maggio ISS2. tn IkUMl III 133. * • l'ru M. dp l’ari* or IumiI rii luut wU qur Daltrr la rxmr. kuvlri Ir* ttinoln* r» «uivrr * l *rr««W Irai» rotontr» rommr an rtlft ». In litui, lue. rii. 173. * • V..u» atri un alrbar^qur rottotnpu. M-aa4alrta\. IKoumbk. fan», ntalin. aniArm«. ranriM d«> luatr vrrtu <4 qui lait cmit Ipm Im pat dr htm. Ynu* «otu pi> wviSMdt« pur* qu ii or «mi» qi’i rnw piati» pai «r» rtatlrrtna Iti 1*1. * • Il *'a«tl maàntmanl dr li»«« quriqu'un qui t> «kuyv da l aruw» lunt'htr 4u m-Kt Od ptHtad quii n> a qur dèa« |iHilw ktcaidln qui trodml «■> «aria«»*