Fénelon e la Guyon. tismo.1 Bossuet pubblicò gli articoli «li Issy in un’ordinanza nella quale venivano condannati espressamente gli scritti di Molino», Malaval, Lacombe e inoltre alcuni scritti della Guyon, senza farne il suo nome. L’arcivescovo «li Parigi in una condanna anteriore non avea avuto questo riguardo. Godet de Marais in una severa ortli-nanza condannò 63 proposizioni dalle opere di Lacombe e della Guyon. L’infelice profetessa, che non voleva sottomettersi, venne arrestata ancora una volta il 27 dicembre e appena il Iti ottobre essa potè lasciare di nuovo Vincennes; essa aveva confessato per iscritto i suoi errori e promesso di volere in avvenire attenersi alla direzione dell’arcivescovo di Parigi. Anche dopo la sua liberazione essa venne tenuta sotto sorveglianza, ina alla line essa potè ritirarsi a Blois ove mori il i» giugno 1717. In testa al suo testamento sta la sua professione di fede cattolica.* Tra i protestanti i suoi scritti sono ancora oggi in molta considerazione.* Fénelon si sentì fin «la principio colpito anch'egli dal sospetto che circondava la signora Guyon. Già avant i le prime conferenze d’Issy egli cominciò a compilare in sua «lifesa nini serie di memoriali; egli sperava di evitare un giudizio sfavorevole, perchè la dottrina della sua cliente gli sembrava coperta dagli «« ritti «li Clemente «li Alessandria, Cassiano e Francesco di Sale*. Promise però di volersi assoggettare alla sentenza «Iella conferenza «li Issy. .Ma ben presto dovette venire a sapere che a Issy si pensava diversamente della signora Guyon «li quello che egli si era immaginato. Questa constatazione fu per Fénelon tanto più sensibile, in quanto che la signora Maintenon presento a giudici le let tere che Fénelon le aveva dirette, quale su«» direttore spirituale, e anche in »•sse si trovarono da eccepire parecchi passi, «-he poi l'accusato cercò «li difendere e rettificare.4 Ma non gli riuscì di tirare la conferenza alle sue opinioni. Quando, dopo le prime riunioni «li Issy nel luglio e agosto 1691, gli arbitri si trovarono di nuovo colà nel seguente novembre e «licentbre, fu lor** sottoposto uno scritto nel quale Bossuet confutava pagina |*er pagina le argomentazioni «li Fénelon su Clemente Alessandrino;* «-<1 essi respinsero cosi nettamente le nuove i«lee che, contrariamente al Ioni primo prolusilo. non cre«lettero nemmeno «li avviare su ciò una discussione. 1 Kiproduzione nel Diri, de Ikeai. entk. V 2l4*i *«. Sulle «-onierenze di [uy efr. Lev&ìmjCE nella iter, ttoumet 19**6. 176*».. 2**4«».: Ali*. * HKKKt., Exjdiraiion dt* aritele* d’huf, Parigi 1815. P. iMrnox nella Iler. datetitt/tt* ri tir mintique ll*2S: 263 *a. * LaROEXT. loc. rit. VI 2«i**4. * IlRCXKTttRK. toc. rit. 83. * LaXQLdIS in lirr. d'ktrl. ìtllrr. tir la hrat*** WW (I92&) 354 «. * T rati titani de* nourmmx mtJtitqmr* (PrtMix. lor. rii. 161 a«.). Che lo •Tritio confutato. Le gmortiqur de mini (aie) Clément dAleramdrie è di Kén«l»«„ vedi Drnox. lor. rit. Punii, Storio dei papi. XIV. t 2»