324 Innocenzo XI. 1070 Capitulo VI. 3. Mentre il giansenismo usciva dalla lotta dei dotti, e solo appoggiandosi all’erudizione introdusse nuove opinioni sull’ascesi e la perfezione cristiana, in Italia si sviluppò un indirizzo che fin dalli» inizio non volle essere che ascesi, ma ben presto condusse a conseguenze capitali per la vita morale, ed anzi la minacciò nello sue fondamenta. La nuova corrente, il quietismo, consistè originariamente in un avviamento, in apparenza del tutto innocente, alla vita di preghiera per asceti appartatisi dal mondo. Per una penetrazione più profonda nello spirito del cristianesimo, quale mezzo ad accendere la volontà a pro delle esigenze di questo, era stata raccomandata specialmente dalla scuola dei gesuiti la meditazione intellettiva delle verità di fede. Il nuovo indirizzo cercò di pervenire allo stesso scopo per una via più semplice e facile. Il suo motto d’ordine è non meditazione, buona tutt’a) più per i principianti, ma contemplazione; contemplazione, però, non nel senso, in cui vion descritta in Teresa di Gesù od in Giovanni della Croce, e che non è raggiungibile con sforzi umani, ma tale che si può acquistare. Tutto dipende nella preghiera - così veniva insegnato - dai suggerimenti della grazia. Occorre pertanto al principio della preghiera abbandonarsi con fede viva totalmente alla volontà ed al beneplacito di Dio e lasciarlo agire neH'anima. Se egli vuol parlare aU’anima, si accolgano i suoi suggerimenti. Se egli non parla, non si deve tentare un compenso colla propria attività; qualsiasi dispersione nella preghiera verrebbe compensata dal merito della semplice dedizione a Dio. Dalla metà del seicento comparvero numerosi scritti, che pretendevano d’insegnare una via nuova, facile, per la preghiera, ed ebbero molto edizioni. Gli autori erano uomini normali, contro il cui modo di vivere personale non c’era da obbiettare nulla. Il mercedario Giovanni Falconi, morto a Madrid nel 1638, ersi un prote cosi zelante, che ne fu proposta la beatificazione. Il laico Francesco Malaval di Marsiglia, che nonostante la sua cecità si era acquistata molta scienza, godè di grandissima considerazione, cosi pure l’oratoriano Pier Matteo Petrucci. Gli scritti di questi uomini erano pericolosi principalmente perchè non davano la parte dovuta all’attività propria delle forze dello spirito nella preghiera. Molto di ciò, che nel resto essi esponevano, era suscettibile di una buona interpretazione, ma rimaneva tuttavia esposto a interpretazioni e applicazioni errate. La conseguenza dei nuovi principi, che, cioè, tutti i movimenti e le tendenze della vita interiore fos-